Dipendente multato per tre minuti di pausa extra in Giappone:
Tre minuti. Meno di quanto duri una sigaretta. Meno di una sosta alla toilette. Ma abbastanza per essere rimproverato e multato, se ci si assenta dal lavoro fuori dai tempi autorizzati. Non basta, la vicenda
In Giappone una pausa di 3 minuti ha provocato una conferenza stampa, con tanto di scuse solenni dei responsabili dell’ufficio riprese dalla televisione. La storia è accaduta negli uffici pubblici che si occupano dell’acquedotto di Kobe.
Protagonista della vicenda, un dipendente pubblico di 64 anni che aveva l’abitudine di recuperare qualche minuto sulla pausa pranzo, tre per la precisione. L’infrazione è stata compiuta 26 volte in sette mesi, hanno spiegato i suoi capi nella conferenza stampa trasmessa in televisione.
“E’ profondamente deplorevole che questa condotta scorretta abbia avuto luogo. Ce ne scusiamo”, hanno spiegato i responsabili dell’ufficio, inchinandosi come da tradizione nipponica. Già un altro dipendente aveva subito 1 mese di sospensione per lasciato più volte l’ufficio per andare a comprare il pranzo.
La vicenda ha sollevato la reazione dei social media, con numerosi utenti intervenuti a favore dell’impiegato. “Quei politici che dormono in Parlamento dovrebbero essere licenziati?”, ha scritto qualcuno su Twitter; altri hanno chiesto chiarimenti sulla pausa per andare in bagno o fumare una sigaretta.
Il rispetto assoluto delle regole e i ritmi di lavoro, spesso massacranti, in Giappone sono stati la causa di una serie di suicidi. Il mese scorso la Camera bassa ha approvato una legge che pone un tetto a 100 ore mensili per il monte-straordinari.
Nel primo libro bianco sul “karoshi” – la morte per troppo lavoro – pubblicato nel 2016, il governo ha riconosciuto che un impiegato su cinque è a rischio di morte per questa causa. I dipendenti giapponesi spesso sono spinti a dimostrare il loro attaccamento al lavoro con un orario di lavoro sterminato.
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