Continuano gli incontri tra Di Maio e Salvini, esecutivo entro la prossima settimana
Significativi passi in avanti. Nella prima nota a doppia firma, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i due leader della Lega e del Movimento Cinque Stelle si dicono ottimisti sia sulla trattativa per la stesura del programma di governo che sulla composizione della squadra. Entro domenica comunicheranno al Capo dello Stato il nome del Premier, poi entro la prossima settimana il giuramento dei ministri.
PREMIER – E’ molto probabile la scelta di una personalità terza ai due big, che “rappresenti quello che si scrive nel contratto di governo”. A dirlo Vincenzo Spadafora (M5s) a Porta a Porta. “Sarà un premier terzo, né della Lega né di M5s”. Al premier terzo verrà consegnato il programma M5s-Lega da attuare, nonché i tempi e i modi dell’attuazione. E a quel programma il premier dovrà attenersi.
PUNTI DEL CONTRATTO DI GOVERNO– Reddito di cittadinanza, Flat Tax, Detassazione alle imprese, immigrazione e legge Fornero, Sul tavolo però rimane aperta la questione del conflitto d’interesse. Alfonso Bonafede, fedelissimo di Di Maio non nega che l’argomento ci sia . D’altronde una legge che lo regolarizzi è sempre stata uno dei cavalli di battaglia del Movimento e non è un caso che la base dei pentastellati ne reclami la messa a punto. Ma l’argomento rappresenta un tema delicato nei rapporti tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.
BERLUSCONI – Il Cavaliere resta alla finestra in attesa di conoscere da chi sarà composto il futuro esecutivo. E non è detto che la posizione di Forza Italia resti quella decisa ieri: cioè consentire la nascita del governo esprimendo un’astensione. Ma cresce anche la preoccupazione all’interno del partito su cosa possa mettere in atto il nuovo esecutivo, tanto che la vice presidente della Camera Mara Carfagna parla per la prima volta dell’ipotesi di un voto contrario nel caso in cui il presidente del Consiglio non rispecchi i canoni richiesti dal leader di Forza Italia.
GIORGIA MELONI – “La nostra scelta non può prescindere da chi sarà il presidente del Consiglio“, mette in chiaro Meloni elencando poi una serie di punti che per il suo partito sono irrinunciabili e tra questi anche la modifica della legge elettorale, “con l’introduzione immediata del premio di maggioranza: cosi’ da permettere senza alibi, in caso di fallimento dell’esecutivo, l’immediato ritorno al voto”.
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