Il progetto “Lettere alle scuole” visto dall’insegnante
Il PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, il 21 aprile ha ospitato la quarta tappa del progetto “Lettera alle scuole”, promosso da Curzio Maltese, giornalista e scrittore. Un evento che ho trovato un po’ per caso, attraverso l’infinita rete di contatti che oggi Facebook offre. Presenti il Sindaco Luigi De Magistris, l’Assessore alla scuola Annamaria Palmieri, Anna Riccardi, docente impegnata nelle scuole dei quartieri delle periferie, e molti studenti. Lo scopo del progetto era “aprire un confronto tra i vari operatori del settore, gli insegnanti, gli studenti, e scrivere un testo collettivo che fotografi la realtà della scuola di oggi e immagini quella del futuro”.
Non è facile raccontare la realtà delle scuole italiane, a cominciare dal problema della dispersione scolastica.
Penso alla mia scuola, l’I.C. 58 Kennedy di Scampia, che è in regime di doppi turni da ottobre dello scorso anno a causa del crollo di un solaio verificatosi nel plesso della sede centrale, avvenuto per fortuna durante un fine settimana e che ha reso l’edificio inagibile.
Il progetto prevede la realizzazione di un testo, una lettera per essere precisi. Provo allora ad immaginare cosa chiederebbero gli oltre 800 studenti del nostro Istituto: scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado che da otto mesi convivono tra disagi e difficoltà, nei locali della succursale, alterando turni antimeridiani e pomeridiani. Forse vorrebbero semplicemente avere una scuola.
È complicato combattere la dispersione scolastica se non viene garantito il diritto allo studio, che è il primo requisito per evitare l’abbandono scolastico. È stato un anno faticoso nel quale ognuno ha dovuto riorganizzare la propria vita, rinunciando a qualcosa. Ma nonostante tutto, abbiamo lavorato il doppio e investito energie, insospettabili forse, per far sì che gli alunni continuassero a frequentare con la stessa passione e con lo stesso impegno.
Nel corso dell’evento, è intervenuto il Sindaco De Magistris: “Io sono convinto, da napoletano e da sindaco, che in ogni bambino della nostra città c’è un talento. Quel talento può prendere qualsiasi strada: può diventare il talento del male come il talento del bene.”
Sono convinta anche io che ad un certo punto alcuni di loro possano trovarsi davanti ad un bivio e scegliere quale ‘strada del talento’ prendere, ma è la scuola, intesa come istituzione, a dover cambiare rotta. Da selezionatrice e meritocratica, la scuola deve tornare ad essere il luogo in cui il talento viene riconosciuto e coltivato. Una scuola che mostri ad ogni studente strade diverse, educandoli alla curiosità e fornendo loro nuovi e continui spunti di riflessione.
Il compito della scuola è quello di continuare ad offrire scelte e contrastare con ogni mezzo possibile la cultura del “sei nato qui e il tuo futuro è segnato”. Personalmente, combatto questo luogo comune da sempre. I ragazzi devono sapere che esiste un mondo oltre i confini del proprio quartiere. Perciò ho deciso di aderire al progetto, provando davvero a far raccontare agli alunni cosa è per loro la scuola e cosa c’è oltre la porta o le finestra dell’aula. Io spero che loro vedano la speranza.
Silvia Selo
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