Ci è voluto l’intervento degli esperti dell’Fbi, per risolvere dopo più di un secolo il mistero della testa di mummia mozzata ritrovata in Egitto nel 1915

Gli esperti dell’Fbi, hanno risolto dopo più di un secolo il mistero della testa di mummia mozzata ritrovata in Egitto in una tomba depredata nella necropoli di Deit el-Bersha, il reperto, scoperto nel 1915 e oggi conservato al Boston Museum of Fine Arts, appartiene al corpo del governatore Djehutynakht, vissuto 4.000 anni fa nel Medio Regno, e non alla moglie con lui sepolta, come era stato ipotizzato in passato.

La conferma viene dall’analisi del Dna che il Massachusetts General Hospital nel 2009 non era riuscito a recuperare poichè troppo deteriorato. 

Ci è riuscito invece il gruppo di ricerca dell’esperta di medicina forense dell’Fbi, Odile Loreille che è riuscito ad estrarre il Dna con una tecnica innovativa, dissolvendo la polvere estratta da un dente della mummia in una particolare soluzione chimica, che è stata poi passata in uno speciale macchinario (una sorta di ‘fotocopiatrice’ per Dna) e poi in un sequenziatore per la ‘lettura’ del materiale genetico.

I risultati così ottenuti hanno stabilito che la testa appartiene ad un uomo, dunque al governatore defunto e non alla moglie. Nel dubbio che il Dna analizzato potesse essere frutto di una contaminazione moderna, i ricercatori hanno analizzato anche il Dna mitocondriale (trasmesso solo per via materna): hanno così scoperto che appartiene ad un antico egizio, di origine euroasiatica, e non ad un egiziano moderno, che invece avrebbe presentato un’ascendenza sub-sahariana.

Odile Loreille, nel suo curriculum vanta già importanti risultati, come il recupero del Dna di alcune vittime del Titanic, degli antichi orsi delle caverne e perfino di due bambini della famiglia Romanov.