Il mistero della telefonata fatta da Vincenzo Cimmino e Antonio Russo appena fermati dalla polizia
Una delegazione della Farnesina, composta dal sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola e da due funzionari, si recherà la prossima settimana in Messico per seguire più da vicino la vicenda della scomparsa dei tre italiani, di cui non si hanno più notizie dallo scorso 31 gennaio. Lo rende noto l’avvocato Claudio Falleti, legale delle famiglie dei tre napoletani scomparsi.
Intanto le indagini sulla sorte dei tre napoletani scomparsi in Messico, a Tecalitlan, il 31 gennaio non producono risultati apprezzabili: le autorità locali non sono capaci di rintracciare Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino. La notizia sui media va affievolendosi, anche le ricerche sembrano a un punto morto.
Eppure, proprio dal Messico, come riporta Il Mattino, arrivano dettagli che potrebbero essere determinanti per la ricostruzione della vicenda. Emergono dalle dichiarazioni rese da Francesco Russo, parente dei tre dispersi, agli inquirenti messicani.
Da quel documento si apprende che agli ultimi messaggi vocali inviati via WhatsApp da Vincenzo Cimmino e Antonio Russo, appena fermati dalla polizia, fece seguito una telefonata della quale fino ad ora non era stata diffusa la notizia. Proviene dal numero di Vincenzo Cimmino che non osa parlare ma lascia aperto il collegamento, probabilmente per dare modo al cugino Francesco Russo di ascoltare quel che sta succedendo. Si sentono voci in sottofondo, quasi certamente quelle degli agenti che hanno appena fermato gli italiani. Il contenuto è surreale: composto esclusivamente da una serie di numeri. Subito c’è un numero ripetuto due volte, «quince, quince», quindici. Poi una sequenza 34-11-77-60-06 ripetuta tre volte scandendo bene le cifre e seguita da una richiesta «ricevuto?». Subito dopo un’altra sequenza, 43 – 11- 58 – 42 – 45, anche questa scandita con precisione. Poi cala il silenzio e Francesco chiude la comunicazione preoccupato, per andare a sporgere denuncia sperando di ritrovare al più presto i suoi congiunti.
Ma cosa significano quelle sequenze numeriche? Il Mattino ha cercato di dare una spiegazione e suppone possano far parte del «Codigo Mil», una serie di numeri ai quali corrispondono messaggi sulle attività di polizia e di controllo che venne sperimentato in occasione delle Olimpiadi del Messico.
Usando il codice ed i numeri ascoltati nella telefonata, verrebbe fuori un messaggio inquietante: Il primo numero, «quince», quindici, nel codice sta a indicare il carburante: i due napoletani sono stati fermati a una stazione di servizio mentre facevano rifornimento. La prima sequenza, lo vedete nel grafico in alto in questa stessa pagina chiederebbe di non diffondere la notizia (34), di chiudere i collegamenti radio (11), di restare in allerta (77). Gli ultimi due numeri, 60 e 6 indicano rispettivamente «narcotici» e «ricerca».
La seconda sequenza indicherebbe, secondo il «codigo mil» che si tratta di agenti motociclisti (43), che bisogna chiudere i collegamenti radio (11), che c’è un’automobile (58), che si richiede la ricerca di precedenti (42) e che la pattuglia si è separata (45). Per dovere di cronaca segnaliamo che il numero 58 in alcune versioni del «codigo», sta a indicare un delitto a sfondo sessuale che poco avrebbe a che fare con questa vicenda.
Il Mattino, precisa che si tratta solo di un’ipotesi, sulla base dell’unico dato certo che sono le sequenze numeriche ascoltate da Francesco Russo nell’ultima telefonata dai suoi parenti.
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