Il video di un ragazzo down contro il bullismo diventa virale
“Vorrei raggiungere più persone possibili così che possano imparare a reagire e a difendersi contro il bullismo”. Lo dice in un video pubblicato sul web e diventato virale, Marco Baruffaldi, 22enne di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, affetto da sindrome di down.
Come riporta Il Resto del Carlino, anche Marco è passato per l’incubo bullismo e non ha avuto il coraggio di parlare. Poi la sua passione per la musica lo ha come liberato ed ha composto il suo rap-manifesto: ‘Siamo diversi tra noi’, l’inno più potente che si possa immaginare contro il bullismo. Un video che sul web, rimbalzando tra i social e youtube, è diventato presto virale. Con tanto di cd prodotto e venduto nelle edicole locali per raccogliere fondi a favore della disabilità.
Ma adesso Marco, affetto dalla sindrome di Down, nella sua battaglia contro i bulli è andato anche oltre la musica. Lo ha deciso in un attimo martedì sera, davanti a un tg che parlava del 17enne di Rivoli che si era suicidato. «Una vicenda che lo ha sconvolto – ha spiegato ieri il padre di Marco -, che lo ha toccato nel profondo». Così il giovane modenese ha acceso il pc e attraverso la webcam si è rivolto direttamente a tutte le vittime di bullismo, lasciando loro – e a tutta la rete – la propria e-mail e un numero di cellulare.
“Fin da piccolo – spiega il 22enne – a scuola sono stato maltrattato brutalmente. Un ragazzino mi picchiava continuamente, mi minacciava. E ho subito di peggio da un insegnante di sostegno: mi prendeva a sberle, mi pestava i piedi, mi insultava. Mi seguiva con l’auto per minacciarmi, perché non voleva che lo dicessi ai miei genitori. E io non ho mai detto niente”.
Una scialuppa lanciata a chi sta soffrendo nelle stesse acque in cui lui si è trovato solo pochi anni fa. «Vorrei raggiungere più persone possibile – dice Marco nel filmato, che una volta postato su Facebook è stato visualizzato migliaia di volte in poche ore -, così che possano imparare a reagire e a difendersi. Spero così di poter salvare qualcun altro: un bambino o un ragazzo vittima di bullismo e violenza. Mi rivolgo a loro: non arrendetevi mai, ditelo con i vostri genitori e professori, non fate il loro gioco. Ancora oggi sono pentito di non avere parlato con i miei quando è successo a me: era quello che avrei voluto e dovuto fare, ma la paura mi aveva bloccato».
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