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Tiangong 1, la stazione spaziale cinese punta la Terra: l’impatto ad aprile

Tiangong 1 punta la Terra, impatto previsto ad aprile

Prosegue inesorabile e fuori conttollo la discesa della stazione spaziale cinese Tiangong 1 verso la Terra. L’impatto con il nostro pianeta dovrebbe avvenire intorno al 10 aprile. È quanto emerso dalla SpaceTalk, la rubrica di ASITV.it dell’Agenzia Spaziale Italiana ad opera degli esperti dell’Agenzia Spaziale Italiana, Claudio Portelli e Ettore Perozzi dell’ufficio Asi Space Situational Awareness.

Secondo quanto riferisce Adn Kronos, è l’Asi che sta seguendo e monitorando per l’Italia il “rientro incontrollato” della Tiangong 1. L’ente è in costante contatto con la Protezione Civile italiana per comunicare eventuali rischi e tempi del viaggio senza ritorno del ‘Palazzo Celeste’, traduzione evocativa dal mandarino della stazione cinese. “Sono davvero basse le probabilità che la stazione spaziale cinese Tiangong 1, o meglio i suoi frammenti, possano cadere sull’Italia, una probabilità talmente bassa da essere improbabile” hanno subito chiarito Claudio Portelli, specializzato in detriti spaziali, e Ettore Perozzi, fisico dell’Asi.

Il ‘Palazzo Celeste’ “passa quattro volte al giorno sul nostro Paese ma per appena tre minuti” ed il “rientro incontrollato” della Tiangong 1 non è però un viaggio “alla cieca”. In Italia “c’è già un piano operativo dell’Asi e della Protezione Civile” hanno ribadito. L’Agenzia Spaziale Italiana sta fornendo le coordinate alla Protezione Civile ed al tavolo tecnico appena attivato, cui siedono anche Enac, Enav e ministero della Difesa.

“Tre giorni prima dell’impatto sapremo dove cadrà la stazione cinese e intanto stiamo già fornendo tutti gli elementi in nostro possesso al tavolo tecnico” hanno chiarito gli esperti dell’Asi. “Quando sarà a 90 chilometri da noi inizierà a bruciare e 6 ore prima dell’impatto sapremo dove si schianteranno i suoi detriti” ‘sopravvissuti all’impatto ‘di fuoco’ con l’atmosfera terrestre. I rumors degli ultimi giorni identificavano l’area intorno Firenze come possibile zona di impatto in Italia, altri focus indicavano la Pianura Padana, ma “nulla è ancora definibile” hanno però spiegato gli esperti dell’Asi. “La Tiangong 1 ha un’orbita che consente di sapere che sopra Firenze non cade” hanno poi aggiunto.

“Ora la Tiangong 1 si trova in apogeo a 250 chilometri dalla Terra, molto più bassa di prima quando orbitava a 360 chilometri da noi” ha spiegato Portelli, esperto di detriti spaziali dell’Asi. “L’iter di caduta è iniziato a marzo 2017, da ora in avanti, ha aggiunto, “dovrebbero esserci altri 21 giorni al suo rientro, ma rimane ancora un margine di errore” sui tempi. “Per la Tiangong 1 i cinesi avevano previsto un propellente sufficiente per il rientro, lo scorso anno però non sono più riusciti a comunicare con la loro stazione che si è messa ‘in attesa’ ed ora sta scendendo lentamente” ha detto il fisico Perozzi, responsabile dell’Ufficio asteroidi e detriti spaziali dell’Asi.

Una volta che la Tiangong 1 impatta l’atmosfera terrestre brucia e si disintegra, ma “esistono modelli per calcolare quanti frammenti possono ‘sopravvivere’ e precipitare sulla Terra” però, ha riferito Perozzi, “abbiamo chiesto informazioni tecniche alla Cina” su come è stata costruita la stazione “ma non ci hanno dato risposte”. Insomma, “non abbiamo dati” per fare previsioni tecniche anticipate.

Perozzi ha quindi sollevato il problema della gestione dei detriti spaziali, un problema che sta diventando cruciale visto che, secondo le stime, si parla di centinaia di milioni di frammenti di spazzatura spaziale. “In futuro si possono programmare satelliti costruendoli con ‘linee di debolezza’ come quelle incise sulle tavolette di cioccolato” ha osservato Perozzi, aggiungendo che “potere conoscere le linee di frattura di un satellite aiuterà a prevedere la grandezza dei frammenti” per poterli gestire quando ricadono sulla Terra.

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