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Paolo Conticini: ” Toosie? Anch’io ho un lato femminile, dipende da un aspetto. Niente figli non per scelta”

Paolo Conticini: ” Toosie? Anch’io ho un lato femminile, dipende da un aspettk. Niente figli non per scelta”. Paolo Conticini su Toosie, i figli mai avuti, e non solo, l’attore toscano, 56 anni torna in teatro con lo spettacolo in scena al Manzoni di Milano. Ne parla in una intervista a ‘Vanity Fair’ della quale vi proponiamo alcuni passaggi.

In Toosie veste i panni di un attore che, per riuscire a lavorare, si traveste da donna. Riflettendo su questa esperienza, ammette di avere lui stesdo un lato femminile: «Penso proprio di sì, e credo che abbia a che fare con una certa sensibilità e una certa determinazione che ho sempre apprezzato nelle donne».

Da bambino, racconta di essere stato sensibile e determinato, qualità che lo hanno sempre spinto alla ricerca di qualcosa: «Ero sempre alla ricerca di qualcosa, una caratteristica che penso di avere ancora oggi. Quando sei piccolo puoi permetterti di saltare di qua e di là, di cercare, di fare, mentre quando diventi più grande le scelte si fanno più impegnative così come i doveri che ti impongono la strada da seguire. Scoprire cose nuove, però, penso che sia qualcosa di molto bello». Tra le cose che cercava da bambino c’era anche «l’indipendenza dalla mia famiglia, che è sempre stato un obiettivo da raggiungere: sognavo di avere una casa, una macchina e una famiglia mia. Volevo camminare da solo».

Paolo Conticini: ” Toosie? Anch’io ho un lato femminile, dipende da un aspetto”

Racconta di aver raggiunto questa indipendenza solo di recente: «Da pochi anni. I miei punti di riferimento sono sempre stati i miei genitori, che ho la fortuna di avere ancora con me, e Giada, insieme alla quale vivo da 30 anni, ma l’indipendenza vera e propria penso di averla raggiunta solo di recente». Sul fronte sentimentale, invece, ammette: «Quella non l’ho mai avuta: sono sempre dipeso dagli altri, e mi ritengo molto fortunato e soddisfatto di questo. Soprattutto per quello che ho costruito insieme a Giada (Parra, ndr)».

La sua carriera non è sempre stata stabile e confessa che, intorno ai 30 anni, si sentiva quasi imbarazzato a definirsi un attore: «I contratti grossi stentavano ad arrivare, e questo mi ha portato a valutare altre strade, come aprire un locale o inventarmi qualcos’altro. Poi, però, le cose si sono rimesse a posto e ho continuato a fare il mio». Il suo lavoro abbraccia diverse arti: recita, conduce e canta. Quando si parla di quale progetto vorrebbe essere ricordato, risponde: «Non penso che ce ne sia uno in particolare. Di certo ho sempre adorato il teatro e avere davanti un pubblico che adoro far divertire: è quello che mi emoziona di più, ed è per questo che spero di essere ricordato. Regalare dei bei momenti agli altri è una soddisfazione immensa, oltre che un punto di arrivo incredibile».

Paolo Conticini: “Niente figli non per scelta”

Il desiderio di esibirsi davanti a un pubblico lo accompagna da sempre: «Da piccolo mi capitava di mettere un mattone davanti al bar vicino casa mia e di appoggiarci sopra una tavoletta di legno per saltarci sopra con la bicicletta. Tutti mi guardavano, e io mi sentivo bene». Un sogno che ha sempre avuto, pur bilanciato dalla voglia, in alcuni momenti, di essere invisibile: «Quando, per esempio, ti fermano per strada e devi sforzarti di essere disponibile e sorridente anche quando c’è qualcosa che ti turba. Da una parte mi comporta fatica, ma dall’altra mi gratifica perché quando ti fanno i complimenti per strada e ti riconoscono vuol dire che hai fatto e stai facendo bene».

Con Cash or Trash gli episodi di riconoscimento sono aumentati: «Confermo. A Cash or Trash non devo seguire un copione: sono me stesso e faccio un po’ le domande che si farebbero gli spettatori da casa. Un calore del genere da parte degli spettatori penso di averlo provato soltanto quando facevo Provaci ancora prof, una serie che la gente amava molto così come ama questo programma».

Paolo Conticini: “La solitudine mi spaventa”

La solitudine è una delle sue maggiori paure: «La solitudine mi spaventa da morire, e con il passare degli anni mi spaventa ancora di più». Spiega che ciò che lo angoscia è «non poter condividere con le persone che ho affianco le soddisfazioni, le paure e i pensieri. Non ho figli, e forse c’entra anche questo». Parlando della mancanza di figli, risponde con serenità a chi gliene chiede conto: «No, penso che sia una domanda normale a cui non ho problemi a rispondere». Non avendo figli, non ha mai avvertito un senso di mancanza: «No, non ho avvertito un senso di mancanza per il semplice fatto che i figli, se devono venire, vengono. Credo che sia una cosa naturale. A noi non è successo».

La sua relazione con Giada dura da 30 anni: «Una storia meravigliosa e bellissima». È convinto che, con il tempo, l’amore si trasformi, ma vede in questo un valore profondo: «Penso che sia fisiologico, ma il fatto di avere al tuo fianco un faro che ti guiderà ogni volta che calerà la notte ripaga di qualsiasi cosa. Ogni anno diventa più luminoso».

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