Usano cacca di pipistrello come fertilizzante per la cannabis: due uomini morti per infezione fungina. Due uomini usano cacca di pipistrello come fertilizzante per la cannabis ma contraggono unainfezione fungina, causata dal fungo ‘Histoplasma’, e muoiono.
Il caso ha attirato l’attenzione dei ricercatori dell’Università di Rochester, che hanno identificato una tendenza crescente tra i coltivatori di cannabis a utilizzare im guano di pipistrello utilizzato come fertilizzante per piante di cannabis, con rischi di infezioni e focolai di istoplasmosi.
Il primo uomo, di 59 anni, soffriva di enfisema e artrite. Prima del ricovero, aveva perso peso e manifestato difficoltà respiratorie e di deglutizione. Dopo l’ospedalizzazione per insufficienza respiratoria, i medici hanno diagnosticato un’infezione fungina da *Histoplasma*, associata all’uso di guano acquistato online. Nonostante le cure, l’uomo non è sopravvissuto.
Il secondo uomo presentava una condizione che comprometteva il flusso sanguigno verso arti e organi, oltre a una tosse cronica. Aveva raccolto guano da una soffitta infestata da pipistrelli per usarlo come fertilizzante. Dopo un primo ricovero per sospetta istoplasmosi e successivi dolori addominali, è morto a causa di un blocco del flusso sanguigno all’intestino.
L’istoplasmosi
Come riporta Unilad.Com, l’istoplasmosi è una malattia rara negli Stati Uniti, con un’incidenza di 1-2 casi ogni 100.000 persone all’anno. I sintomi includono febbre, dolori muscolari e dolore al petto. Oltre al guano di pipistrello, anche gli escrementi di uccelli possono ospitare il fungo.
Con la legalizzazione della cannabis in molte regioni, il guano di pipistrello è diventato un fertilizzante popolare, ma gli esperti avvertono dei rischi per la salute. Raccomandano che i biofertilizzanti siano sottoposti a test per il fungo prima di essere commercializzati o che vengano implementate strategie di mitigazione del rischio.
La consapevolezza dei pericoli legati all’uso di fertilizzanti non trattati è fondamentale per prevenire casi simili. I ricercatori sottolineano l’importanza di informare i coltivatori sui rischi legati all’esposizione al guano e di adottare misure preventive adeguate.
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