Intelligenza Artificiale e sport: l’impatto (positivo) della tecnologia
Sempre più atleti professionisti, e non, affidano la propria preparazione atletica alla intelligenza artificiale. Ma cosa si intende esattamente per AI? E soprattutto, la sua applicazione in ambiti educativi e sociali come lo sport è veramente efficiente?
Iniziamo col dire che l’idea della macchinazione di una serie di processi fisici e mentali risale già al 1623 con la creazione delle macchine in grado di creare calcoli matematici fino a sei cifre. Nella metà del diciannovesimo secolo fu creata la macchina analitica che darà il via alla creazione di strumenti di calcolo sempre più precisi fino all’avvento dei più moderni computer.
Nella metà del secolo scorso in un convegno tenutosi al Darthmouth College, nel New Hampshire (Usa), un team di 10 scienziati sì impegnò nella creazione di una macchina in grado di simulare tutti gli aspetti dell’apprendimento e dell’intelligenza umana. Ne risultò un programma dal nome Logic Theorist in grado di effettuare qualche forma di ragionamento dimostrando teoremi partendo da assiomi matematici.
Le grandi aspettative di questo processo subirono diversi ostacoli nel corso degli anni dovuti soprattutto al fatto che, a differenza dalle macchine, l’uomo possiede una conoscenza semantica. Un aspetto che riduce gli strumenti tecnologici ad una semplice manipolazione sintattica e statistica. Oggi la ricerca si è ampiamente evoluta raggiungendo dei traguardi impensabili solo 20 anni fa.
Sfruttando la AI gli atleti possono acquisire consapevolezza dei propri punti di forza
Il contributo principale è dato dalla rappresentazione della conoscenza, vale a dire la focalizzazione su quale tipo di conoscenza è opportuno delineare ed integrare all’interno di un sistema cosiddetto intelligente che basa il comportamento su una rappresentazione estensiva di tale conoscenza nell’ambiente in cui opera. E se ciò va ad influire sul comportamento umano, il problema ontologico è ancora più evidente.
Pensiamo ad esempio all’allenamento assistito, alla prevenzione degli infortuni, agli arbitraggi e all’impatto di ciò sul sistema scommesse. Sfruttando le tecnologie della AI gli atleti possono acquisire maggiore consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza. Difatti nell’ambito dell’allenamento vi sono una serie di vantaggi, potendo ottenere con tale sistema un’analisi dettagliata delle prestazioni personali identificando al meglio le aree dove è necessario focalizzare maggiore attenzione.
Abbiamo due settimane ma è possibile così creare un programma di allenamento personalizzato che tenga conto dei livelli di affaticamento e di energia in funzione della biomeccanica del soggetto.
Una delle preoccupazioni principali dello sportivo è sicuramente il rischio di infortunio ed anche in tale ambito il vantaggio della AI è evidente. Analizzando circa 2,5 milioni di infortuni che si verificano agli atleti l’intelligenza artificiale è in grado di sviluppare dei modelli di predizione stabilendo quando è più probabile che un infortunio possa avvenire.
Oltre il modello statistico
Si tratta dunque di qualcosa di più di un semplice modello statistico in quanto anche i fattori ambientali, le condizioni meteorologiche e le condizioni dei luoghi di allenamento contribuiscono precisione della previsione. E che dire dell’ambito dell’arbitraggio negli sport punto se pensiamo al calcio, lo sport più seguito in Italia, gli errori arbitrali sono sempre quelli che creano maggiori contestazioni. La tecnologia potrebbe essere in grado di ridurre tale margine di errore In maniera ancora più precisa del VAR.
Per citare un esempio nello scorso Marzo la squadra del Liverpool nel match contro il Manchester United della Coppa d’Inghilterra si è affidata ad un sistema dal nome TacTicAI per la decisione tattica su come battere i calci d’angolo. In tale momento di gioco le squadre sono ferme ed ognuna organizza le proprie posizioni sul campo. Il sistema fornisce delle routine basate su fattori statistici: quale calciatore ha maggiore probabilità di ricevere palla, quale potrebbe tirare in porta e come regolare la posizione dei giocatori per aumentare o diminuire la probabilità del gol. Il sistema è basato su 7176 calci d’angolo della Premier League ed identifica così gli schemi chiave.
La storia ci dice che il Liverpool perse, ma ciò non significa che il sistema non sia valido. Sicuramente potrebbe essere utile come idea per prendere una decisione ma dobbiamo sempre tenere presente il fattore umano: un individuo potrebbe all’ultimo cambiare idea e prendere una decisione diversa. Forse è proprio questo che rende lo sport così affascinante ed aggregante, la possibilità di una alternativa. Siano scongiurate partite arbitrate da robot gestiti fosse anche dal cinematografico Skynet, perché tanto varrebbe giocare ad un videogame.
Marcella Selo
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