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Spettacolo

Kate Winslet: “Lee Miller il mio film più personale. Hollywood? A 50 anni ho capito un aspetto importante”

Kate Winslet: “Lee Miller il mio film più personale. Hollywood? A 50 anni ho capito un aspetto importante”. Kate Winslet su Lee Miller, l’attrice britannica, 49 anni, veste i panni della nota fotografa, reporter e modella statunitense, icona degli anni ’20. Ne parla in una intervista a ‘Io Donna’ della quale vi proponiamo alcuni passaggi.

[…] torna con un film sulla fotoreporter Lee Miller
“Lee è il mio film più personale. Rappresenta un capitolo fondamentale della mia vita, è importante che la gente lo veda: vado ovunque per presentarlo» […] «C’era qualcosa in Lee Miller di così coraggioso e determinato che non avevo mai visto in nessuno dei miei personaggi, e in nessuna donna che avevo conosciuto”.

[…] Mi dica di Lee.
“Il suo mondo è la macchina fotografica. Ha imparato a usarla come uno specchio per se stessa, per vedersi dentro, e anche nascondersi… Soprattutto nascondersi! (agita le mani). Vuole occultare i suoi traumi infantili, non essere bollata dal passato. Io dovevo rendere percepibile quel suo essere aperta, senza malizia, assieme al suo desiderio di conoscere e di comprendere. Ho passato sette anni con lei per realizzare questo film, che ho anche prodotto”.

Kate Winslet: “Lee Miller il mio film più personale”

[…] Pure lei, Kate, dopo il successo universale di Titanic a 22 anni, fu soggetta a critiche: “troppo rotonda”, “troppo magra”…
“Certo non è stato uno scherzo, ma col passare degli anni impari ad accettarti e a non dare retta a quelle idiozie. Compirò 50 anni nel 2025: ho capito che vivisezionare ogni parte del tuo corpo per Hollywood o ascoltare ogni commento è solo una gran perdita di tempo. La vita è breve e non voglio viverla in quel modo, glielo assicuro”.

Sembra davvero esserci riuscita. Dove ha trovato la forza?
“Forse nel fatto che sono cresciuta, in parte, davanti agli occhi di mezzo mondo, e non ho mai accettato certi condizionamenti. Voglio solo essere me stessa. Allora impari a tapparti le orecchie e non ascoltare le opinioni di chicchessia, perché altrimenti non puoi mantenere la tua integrità. Io, per esempio, non leggo mai le recensioni. Assolutamente mai. Mi interessa solo fare un buon lavoro. E mi sta a cuore essere una persona corretta. Tutto questo per me è basilare. Ho una splendida vita con un marito incredibile che amo (il produttore Edward Abel Smith, nipote di Richard Branson della Virgin, ndr), ho tre figli in buona salute: insomma, molto di cui essere grata… Eh sì, me lo devo ripetere! Da grande sono diventata anche più tollerante”.

Il figlio scoprì solo dopo la morte di Lee di non aver saputo nulla del suo passato.
“Io non nascondo nulla ai miei figli. Proprio nulla. E penso anche che troppo spesso ci dimentichiamo di chiedere ai nostri genitori di raccontarci la loro vita: è importante, non rimarranno sempre al nostro fianco”.

Kate Winslet: “Hollywood? A 50 anni ho capito un aspetto importante”

Lei si è aperta in questo senso ai figli?
“Credo di aver rivelato tutto ai miei tre ragazzi. Il più piccolo mi chiede sempre: “Mamma, raccontami una storia, di quando avevi 20 anni, di quando hai incontrato papà… In quei momenti ringrazio Dio: ho una intera collezione di film, se vogliono possono vedere la madre a 17 anni in Creature del cielo (il film di Peter Jackson con cui ha debuttato nel 1994, ndr), per esempio”.

Aveva 17 anni?
“Eh sì, e mi sembra ieri! Non posso crederci neppure un po’. Non è straordinario?” (e scoppia a ridere).

A proposito: è dai tempi di Titanic che ci parliamo, sempre a discutere di noi donne, del lavoro, della vita… Sono migliorate le cose?
“Sì, e continuano a cambiare. Due aspetti in particolare sono diversi: oggi si vedono più film costruiti attorno a soggetti femminili, con donne protagoniste. C’è un maggiore equilibrio tra i ruoli. E poi – è un particolare gigantesco – le attrici giovani non devono più subire un severo scrutinio per il loro aspetto come quando iniziai io a lavorare nel cinema. Se li ricorda pure lei i tempi di Titanic… Non fu un bel periodo per me, ed ecco perché mi rende felice che le attrici più giovani non vengano vivisezionate senza appello”.

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