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Prescrive la lettura della bibbia come cura a una paziente: ginecologo nei guai

Prescrive la lettura della bibbia come cura a una paziente: ginecologo nei guai. Un ginecologo prescrive la lettura della bibbia come cura a una paziente di 63 anni e si è visto ritirare la licenza medica. È successo a Los Angeles, nello Stato americano della California. Il medico, 75 anni, è stato accusato di aver intimidito la paziente riguardo a Gesù e di aver prescritto “studio della Bibbia”, dopo che la donna gli aveva rivelato di aver abortito 34 anni prima.

I fatti risalgono al settembre 2021, quando la paziente è andata nello studio del ginecologo per un controllo di routine. Prima della visita un’assistente le ha posto una serie di domande preliminari, tra cui se avesse mai interrotto una gravidanza. La donna ha detto di aver avuto un aborto facoltativo nel 1987, secondo un procedimento disciplinare del California Medical Board.

Quando il medico è entrato nella stanza, ha insistito con la donna per maggiori dettagli sull’aborto e le ha chiesto se avesse “Gesù nella sua vita”, si legge nelle carte del procedimento ripreso da Independent. Quando la donna ha detto al medico che non era religiosa, lui le ha chiesto se voleva “andare in paradiso ed evitare il diavolo”, dicendole che “il diavolo governa il mondo”, scrive il quotidiano.

Le accuse

Il ginecolo ha poi trascorso i successivi 15 minuti a fare proselitismo prima di “prescrivere” lo studio della Bibbia, in cui ha affermato di aver offerto “consulenza alle donne che soffrono di sensi di colpa dopo un aborto”, secondo l’accusa. Successivamente il medico ha richiamato la sua assistente nella stanza ed ha sottoposto la 63enne a un esame pelvico e un Pap test.

Al ginecologo è stato impedito di esercitare la professione medica a partire dallo scorso martedì, 5 novembre, dopo che la paziente ha presentato una denuncia contro di lui al California Board of Medicine. Il legale del medico ha detto che il suo cliente “non si è offerto di insegnarle il cristianesimo” e ha negato di aver fatto qualsiasi commento “sul diavolo o sull’andare in paradiso. È profondamente religioso” e si è limitato a “consigliare alla paziente un programma di studio biblico che avrebbe potuto trovare utile”, ha aggiunto il difensore.

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