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Luisa Ranieri: “Parthenope? Sophia Loren non c’entra e il motivo è semplice. Ho un difetto di cui mi pento”

Luisa Ranieri: “Parthenope? Sophia Loren non c’entra e il motivo è semplice. Ho un difetto di cui mi pento”. Luisa Ranieri su Parthenope e non solo, l’attrice napoletana, 50 anni, è tra i protagonisti del nuovo film di Paolo Sorrentino. Ne parla in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’ della quale vi proponiamo alcuni passaggi.

[…] Nel film lei sembra Sophia Loren.
«La povera Sophia non c’entra niente, io la adoro e lei non si è mai espressa in modo malevolo su Napoli. Greta è un archetipo, i capelli grossi, gli occhialoni, il modo di porsi degli Anni 70 e 80».

In effetti ha un monologo durissimo su Napoli.
«Perché la città non le ridà il peso che lei ha, la ama e soffre per i suoi difetti, un punto di vista di molti napoletani, che trattano male Napoli».

Se lei ripensa ai suoi primi passi d’attrice…
«Non mi dicevano mai brava, scontavo il fatto di essere bella. Forse avevano ragione i critici, e ognuno ha il suo percorso. Ora i complimenti me li fanno. Ho cercato di non fare più i ruoli della bonona, un ruolo che mi stava stretto e ho detto tanti no. Volevo divertirmi facendo questo mestiere».

Se Sorrentino le richiedesse di spogliarsi?
«Con lui andrei anche sulla luna. È sempre rispettoso. Ma spogliarmi non mi interessa, se non è legato al ruolo. Fui a disagio quando avvenne per Antonioni, ma ero inesperta, al mio secondo film».

La fisicità è importante per lei. Il fattore tempo?
«Faccio poco e niente, piccola manutenzione. Non giudico chi ha bisogno di ritocchi. Allo specchio vedo in me piccoli cambiamenti: ci sono i sacrifici, la vita, le due figlie».

Luisa Ranieri: “Parthenope? Sophia Loren non c’entra e il motivo è semplice”

È così morbida come appare, senza spigoli?
«Cerco di farmi scivolare le cose che non mi interessano, però posso essere molto dura con i prepotenti e gli arroganti. E sono leale».

Ma un difetto lo avrà.
«L’impulsività, di cui poi mi pento».

L’analisi le era servita?
«Ho imparato ad amarmi. Ho cominciato verso i 20 anni, la mia timidezza doveva essere indagata. E mi è servita per approfondire la mente delle donne che interpretavo, penso a Luisa Spagnoli, cosa scattava in lei per innamorarsi di un giovane con cui condivideva lo spirito avanguardista».

La cosa che più condivide con suo marito, Luca Zingaretti?
«Il sentire comune. La gelosia? Lui al lavoro è circondato da donne e non è un tema in discussione, anzi siamo ironici l’uno verso l’altro. Luca mi ha sempre sostenuta».

Portate a casa i compiti?
«La qualità del tempo va alle nostre figlie. Magari parliamo di film quando portiamo a spasso il cane».

Alla Festa del cinema avrete due film.
«Io in Modì di Johnny Depp (uomo di gentilezza rara) sono la migliore amica di Modigliani. Modella da giovane in un quartiere malfamato di Parigi, ho un’osteria, accudisco pittori squattrinati e so badare a me stessa. Invece Luca debutta come regista in La casa degli sguardi, dove ritrae lo spaesamento di un ragazzo, soprattutto quando non trova la propria strada, ha un grande dolore e non sa come metabolizzarlo. Parla di padri e figli, mi ha emozionata».

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