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Red Canzian: “Mia moglie era incinta quando l’ho conosciuta. Non smetterò mai di benedire Patty Pravo”

Red Canzian: “Mia moglie era incinta quando l’ho conosciuta. Non smetterò mai di benedire Patty Pravo”. Red Canzian sulla moglie Bea, incinta quando l’ha conosciuta, le benedizioni a Patty Pravo e non solo. Il bassista dei Pooh, 73 anni il prossimo 30 novembre, si racconta in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Nel libro «Centoparole per raccontare una vita» lei sceglie di cominciare con «Abbraccio». La sua delicatezza d’animo, quindi, non è una leggenda, lei è davvero il più tenero della band?
«Ricordo il primo abbraccio di Bea (Beatrice Niederwieser, ndr). Ci siamo incontrati per caso a Corvara trent’anni fa, lei era sposata e aspettava Phil, io stavo con la mia prima moglie Delia e avevamo la nostra Chiara. Quando la proprietaria dell’albergo mi vide, corse a chiamarla: “Guarda Bea, c’è quello dei Pooh”, le disse. E la donna che sarebbe diventata poi la mia fidanzata, senza fare una piega, disse: “Chi sono i Pooh?”. In pratica, l’unica italiana che non ci conosceva».

E lei come ha reagito?
«Me ne sono innamorato! Ma ci sono voluti dieci anni di corteggiamento. L’ho aspettata e così oggi Phil è anche figlio mio, così come Chiara, nata dal mio precedente matrimonio, è figlia sua».

Phil che, tra l’altro, ha sostituito Stefano D’Orazio nella formazione dei Pooh, dopo la morte del grande batterista per Covid. E, a proposito di D’Orazio, vedi alla voce «Amicizia».
«La sera che raccontai a Stefano che mi stavo separando perché mi ero innamorato di Bea, lui non mi diede nessun consiglio saccente da quattro soldi. Mi ascoltò in silenzio e la mattina dopo arrivò con il testo di Stare senza di te. Questa è amicizia».

Red Canzian: “Mia moglie era incinta quando l’ho conosciuta”

Lei è amico anche di Riccardo Fogli.
«Ci siamo sfiorati nel 1973: lui usciva dalla band e io entravo e per questo non smetterò mai di benedire Patty Pravo. Capii subito che Riccardo è un uomo perbene».

È vero che lei è diventato uno dei bassisti più famosi pur non sapendo inizialmente suonare il basso?
«Ero un chitarrista, ma alla band serviva un bassista e così… La cosa divertente è che in casa avevo una enorme quantità di strumenti, la batteria, l’organo Hammond, perfino il sax, ma non il basso. Ho imparato. Ci ho messo tempo e testa e sono riuscito a diventare un innovatore dello strumento: nel 1978, per la prima volta in un disco pop, inserii il basso senza tasti».

Come nasce una musica?
«L’aquila e il falco è nata così, di getto, in tre minuti. Già col giubbotto addosso per uscire, seduto sul bracciolo del divano, mentre Bea si preparava».

Che infanzia ha vissuto?
«Povera. Vivevamo in un appartamento dentro una villa donata al Comune per le famiglie in difficoltà, l’acqua dovevamo andare a prenderla in giardino, con la pompa, niente riscaldamento. Papà ha fatto mille lavori, dal boxeur al minatore. È stato a Marcinelle fino a un mese prima della tragedia che costò la vita a 262 persone nel 1956».

Red Canzian: “Non smetterò mai di benedire Patty Pravo”

[…] Nel 1990 avete vinto Sanremo con «Uomini soli».
«Che la casa discografica non voleva portare, perché la considerava triste. Voleva che andassimo con un altro brano Donne italiane, più orecchiabile. Sa che cosa facemmo? Qualche settimana prima cantammo questa canzone in tv e la “bruciammo”, così i discografici furono costretti ad accettare Uomini soli, che poi vinse».

[…] Cominciamo dal 2015.
«Sentii una bomba nel petto, dissezione dell’aorta. Il 40% muore prima di arrivare in ospedale, io fui fortunato perché mentre mi portavano in sala operatoria il professor De Paulis stava per prendere un aereo. Tornò indietro e mi impiantò una protesi da lui brevettata. La cosa incredibile è che 53 giorni dopo ero sul palco di Bolzano per un concerto, anche se dietro le quinte c’era un esercito di medici e familiari con flaconi, flebo… armamentario salvavita».

Tre anni dopo, nel 2018, una macchia nel polmone.
«Tumore maligno, mi asportarono un pezzo di polmone, ma un mese dopo partiva una mia tournée, ho fatto le prove con le flebo».

Infine, nel 2022, infezione da stafilococco aureo.
«Ho smesso con gli antibiotici solo nel giugno scorso, due anni di cure. Ma sapesse quante tournée ho fatto con la schiena a pezzi: tra una pausa e l’altra, dietro le quinte, mi iniettavano l’antidolorifico».

Ma lei è Chuck Norris!
«E questo è niente. Con la prima barca, un motoscafo open e molto piccolo, ho attraversato, da completo incosciente, l’Adriatico da Jesolo a Rovigno, in Croazia, con il solo aiuto di una bussola e di una carta nautica».

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