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Magalli: “Malattia? Quando me l’hanno diagnosticata sono spariti in tanti. Con Adriana Volpe tutto risolto, ci siamo abbracciati”

Magalli: “Malattia? Quando me l’hanno diagnosticata sono spariti in tanti. Con Adriana Volpe tutto risolto, ci siamo abbracciati”. Giancarlo Magalli sulla malattia, la pace fatta con Adriana Volpe, e non solo. Il conduttore romano, 77 anni, si racconta a cuore aperto in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Giancarlo Magalli, anche lei un libro di memorie?
«Ormai siamo diventati tutti “raccontatori”. Una volta si diceva che chi sapeva fare le cose le faceva, chi no, le raccontava. Ma pare che oggi tutti impazziscano per le memorie di quelli come me».

[…] Prima di arrivare al mezzogiorno della Rai, lei ha scritto tanti programmi e fatto molte cose dietro le quinte anche al cinema e a teatro. E ha frequentato personaggi come Totò o Sordi.
«Totò, come tutti sanno, era quasi cieco, ma quando sentiva il ciak diventava un altro. Magico. Lo sa che ogni mattina usciva di casa con una mazzetta di banconote? Perché, diceva, “c’è sempre qualche napoletano disoccupato da aiutare”. Lo raccontava la figlia Liliana. Ma ho conosciuto bene anche Vittorio De Sica, perché andavo a scuola con Christian. Una volta, Vittorio venne da me perché voleva che aiutassi l’altro figlio, Manuel, a sfondare come musicista, convinto che avesse un talento strepitoso. Dopo che lo ebbe lodato per mezz’ora, gli chiesi che cosa ne pensasse di Christian. E lui: “Mah, qualche santo lo aiuterà”».

Magalli: “Malattia? Quando me l’hanno diagnosticata sono spariti in tanti”

[…] E Christian De Sica?
«Arrivava con la limousine e con l’autista in livrea che gli apriva la portiera. Era per noi un irresistibile invito a prenderlo in giro, ma poi lui divenne amico di Er Patata».

Di chi?
«Di Carlo Verdone, che invece era molto alla mano, così i ragazzi smisero di bullizzare Christian».

Se la ricorda la prima volta che prese in mano un microfono in radio?
«A Bandiera Gialla. La gente voleva sentire la voce di Renzo Arbore, che era sempre nei titoli di coda. Ma lui disse “Per carità, non prenderò mai un microfono in vita mia”. Allora Boncompagni mi chiese di imitarlo e così il mio esordio fu con la voce di Renzo».

[…] E poi, nel 1986, lei sostituì Enrica Bonaccorti alla conduzione di «Pronto, chi gioca?» e cominciò così la sua carriera di presentatore.
«Mi sono divertito tanto, ho lavorato sodo e ho incontrato persone meravigliose».

E in quanti le sono rimasti accanto quando lei si è ammalato?
«Non tutti. E questo mi ha insegnato che le persone care sono da proteggere. Quando mi hanno diagnosticato un linfoma non-Hodgkin mi hanno dato due mesi di vita. Per fortuna, con la chemio e con le altre cure sono riuscito a controllare la malattia».

Telefonate dagli amici in Rai?
«Dagi amici storici, come Timperi o Max Tortora».

Magalli: “Con Adriana Volpe tutto risolto, ci siamo abbracciati”

Lei ha tanti amici?
«Con alcuni compagni di strada i rapporti sono ancora molto solidi, per dire con Pippo Baudo c’è grande affetto. Però ci sono cose strane, per esempio Pippo Franco non lo sento più. Intendiamoci: se ci incontriamo ci salutiamo con affetto, però non ci frequentiamo. Capita».

Magalli, chi è stato il suo grande amore?
«Forse la mia seconda moglie, madre di una delle mie figlie. Ma anche con la mia prima moglie, nonché madre dell’altra mia figlia, oggi ho un bellissimo rapporto. Vedesse che Natali che passiamo: tutti a casa mia, le mie due ex con i nuovi rispettivi compagni e le figlie con i fidanzati. Un famiglione allargato che mi riempie il cuore».

E lei? Amori?
«No, al momento sto benissimo nella mia casa dove vivo da trent’anni, con i miei libri e i miei ricordi».

Giorni fa il tribunale di Roma ha messo la parola fine alla lunga querelle tra lei e Adriana Volpe, sua ex collega a «I fatti vostri». L’accusa era di un post sessista nei suoi confronti e lei ora deve pagare una multa e un risarcimento. Come sono oggi i suoi rapporti con Volpe?
«Guardi, l’altro giorno in tribunale, dopo l’ennesima e sfiancante udienza, non ne potevamo più. E allora ci siamo abbracciati, commossi, come se tutto fosse stato un assurdo equivoco e per me così è stato. Non volevo offendere nessuno. Anzi, con Adriana ci siamo detti che quasi quasi potremmo fare un programma assieme. Che sollievo».

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