Le trovano un assorbente interno in borsa alla frontiera: costretta a mostrare l’uso dai militari. I militari alla frontiera le trovano un assorbente interno nella borsa e chiedono all’influencer di mostrare l’applicazione. È successo a un”influencer di viaggi, che ha raccontato via TikTok di essere stata fermata al confine con il Senegal, ed è stata costretta a fare una dimostrazione improvvisata.
Tara Katims stava viaggiando attraverso il Gambia quando, sconcertati, gli addetti alla sicurezza di frontiera le hanno tirato fuori l’oggetto dalla borsa. C’è stata un po’ di confusione quando gli agenti le hanno chiesto di spiegare di cosa si trattasse. Ma fortunatamente, questa viaggiatrice dalla mente pronta è riuscita a superare la barriera linguistica con una dimostrazione.
“Non mi hanno dato alcun suggerimento su cosa pensassero fosse, ma dopo aver tirato fuori 10 monete dalla mia borsa e avermi detto ‘aprila’, ho deciso di prendere in mano la situazione e di spiegare”, ha raccontato Katims a Newsweek. Ha descritto la situazione come “esilarante sotto tutti gli aspetti” e in seguito ha pubblicato una clip dell’episodio.
Nel video, si vede Katims, agente di viaggio certificata della CTA, mentre tira fuori l’assorbente prima di indicare le parti intime, suscitando sorrisi e risate nell’agente di frontiera. Dopo un’accurata ricerca, a lei e al suo gruppo è stato concesso di proseguire il viaggio. “Non ci sono raggi X, quindi capisco la precauzione”, ha detto Katims.
Le reazioni online
L’episodio ha scatenato gli utenti online che hanno commentato con ironia. Qualcuno ne ha approfittato per condividere esperienze simili vissute. “Ahahah no, non devi farglielo vedere”, ha detto una persona. “Aw, questo è davvero sano hahaha. Sembra un bravo sportivo”, ha aggiunto un altro. Tuttavia, alcuni hanno colto l’occasione per sollevare il problema della povertà mestruale.
“Ho fatto un viaggio medico in Guatemala e nessuno sapeva cosa fosse un tampone e la maggior parte non sapeva nemmeno cosa fossero gli assorbenti”, ha raccontato una persona. “La stessa cosa è successa a me a Dubai. Non sapevano cosa fossero un tampone o un assorbente”.
Secondo l’ONU, la povertà mestruale è “l’incapacità di permettersi e accedere a prodotti per il ciclo mestruale, servizi igienici e strutture igieniche, nonché istruzione e consapevolezza per gestire la salute mestruale”. In Senegal, così come in molte parti dell’Africa occidentale, le mestruazioni sono ancora considerate un “argomento tabù”, secondo l’organizzazione non-profit Speak Up Africa.
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