Guido Bagatta: “Duecento fidanzate? La verità è un’altra. Io chaperon di Micheal Jordan e Madonna”. Guido Bagatta sulle duecento fidanzate, le esperienze con le star, e non solo, il giornalista e conduttore milanese, 64 anni, ripercorre le tappe della sua carriera rivelando alcuni curiosi retroscena in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Lei è appassionato di montagna?
«No. Anzi: sono uomo di mare, di barca, spiaggia, pesci. Però, amo il Cervino, perché è l’unica montagna che vedi per intero come nel logo della Paramount. L’ho vista, mi ha preso il cuore. Un po’ come quando Michael Jordan ha visto la neve sui monti per la prima volta».
E lei che ne sa di Michael Jordan e la neve?
«Lo so perché c’ero. Anni fa, la Nike mi chiese di fargli da chaperon in Italia per una settimana. Stava per diventare il cestista più famoso di sempre. Presentava le nuove scarpe, l’ho accompagnato a Bormio, siamo diventati amici. Nessuno lo sa, ma è diventato davvero ricco grazie a quelle scarpe: Nike non era convinta dell’operazione e l’agente di Michael li convinse proponendo un cachet basso ma royalties alte. Tuttora, Michael incassa 250 milioni di dollari l’anno così».
Guido Bagatta: ffQuellincontro con Papa Francesco…”
[…] com’era finito con Papa Francesco davanti a una Lamborghini?
«Ero andato a consegnargliela. Una mattina, sono caduto male dal letto, ho picchiato la testa e ho incontrato un amico che mi ha detto di conoscere benissimo il capo delle guardie svizzere. Io facevo il consulente dell’allora Ceo di Lamborghini Stefano Domenicali e mi sono inventato un’auto personalizzata coi colori vaticani, che il papa ha firmato e che è andata all’asta per beneficenza. In cinque minuti, eravamo su tutte le prime pagine del mondo».
E fu difficile convincere il pontefice?
«Fu di una facilità incredibile. Lo abbiamo chiesto al capo delle guardie svizzere la sera e, la mattina, ci ha detto sì. Il papa è arrivato, voleva pure sedersi nell’auto e guidarla, ma i suoi non gliel’hanno permesso. Ed era preparatissimo, sapeva tutto, anche di me, che sono agnostico. Al che, gli dico: “sono uno che non crede”. E lui, come nel film A qualcuno piace caldo: “be’, nessuno è perfetto”».
Guido Bagatta: “Io chaperon di Micheal Jordan e Madonna”
Altri incontri memorabili?
«Lavoravo a Tmc. Vittorio Cecchi mi dice: so che lei parla bene inglese, viene Madonna in Italia per presentare il film Evita, dovrebbe stare tre giorni con lei, le sta bene? Dico: no, mi fa schifo. Mi ritrovo con lei che allattava la figlia e Antonio Banderas, l’altro protagonista. Madonna era una star vera: un momento ero il suo migliore amico e il momento dopo non mi salutava nemmeno. Poi, dopo due ore, diceva: Guido, usciamo per una pizza, vuoi venire? Banderas, invece, è uno di noi: abbiamo giocato a pallacanestro in un campetto di quartiere».
[…] Il telecronista Rino Tommasi ha raccontato che la fece assumere da Silvio Berlusconi perché lei gli aveva giurato di conoscere alla perfezione il football, cosa non proprio vera.
«Non andò così. Avevo vent’anni, sapevo di football, ma alla prima telecronaca per Canale 5, mi diedero la videocassetta senza darmi la formazione. Improvvisai, cercando di riconoscere i giocatori col casco in testa e su un monitor 10×10. Ogni tanto, bleffavo, inventavo i nomi. Era Dallas-Pittsburgh, raccontai la sfida fra petrolieri e operai delle acciaierie. Ma era un provino: non mi aspettavo che lo mettessero in onda».
E invece?
«Deve sapere che, fin da bambino, sognavo di diventare telecronista e sognavo l’America. Nel ’79, facevo l’università a Los Angeles e leggo sul Corriere della sera che Mike Bongiorno lasciava la Rai per Fininvest, dove sarebbero arrivati gli sport americani. Prendo carta e penna e gli scrivo che sono appassionato di football, basket, baseball e che ho già collaborato con un giornale. Torno a casa a Milano per Natale e, una mattina, mamma mi tira giù dal letto dicendo che ha già chiamato due volte uno che si finge Mike Bongiorno. La terza chiamata la prendo io e Mike mi convoca a Milano 2. Lì, trovo lui, Tommasi, appunto, e Berlusconi, che mi fanno il famoso provino. La sera alle otto, a casa coi miei, accendiamo la tv e sentiamo: buona serata da Guido Bagatta, questo è il grande sport di Canale 5».
Guido Bagatta: “Duecento fidanzate? La verità è un’altra”
[…] Andrea Roncato dice che è stato un latin lover e che, da giovani a Rimini quando una ragazza si negava, si diceva: qui Bagatta ci cova.
«Era una battuta da comico detta alla radio, ma è falsa. Ho fatto quello che ha fatto qualsiasi ragazzo degli anni ‘80 con la possibilità di conoscere tante persone. Non è da me contare quante fidanzate ho avuto».
Però, dopo, è stato lei a confermare alla radio, alla Zanzara, di averne avute duecento.
«Ero lì per raccontare un mio libro e Giuseppe Cruciani mi chiese se avevo avuto duemila donne, mille, duecento. Ho sbagliato a dare aria a una battuta goliardica».
Ora, è fidanzato?
«Ho avuto relazioni lunghe e da cinque anni sto con una quasi coetanea meravigliosa, con cui sperimento una relazione stupenda: io vivo a Milano 2 col mio bassotto, lei in centro coi due figli ventenni».
[…] I Cinque Stelle la volevano ministro dello Sport, perché non se ne fece nulla?
«Mi chiamarono Luigi Di Maio e Casaleggio padre e figlio, ma in due giorni che ne parlavamo era già iniziato lo stillicidio di chi mi rinfacciava gli inizi con Berlusconi e ho risposto che non ero interessato. Non mi sono pentito».
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