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Spettacolo

Jessica Lange: “Carriera? È iniziata grazie a Dino De Laurentiis. Io mamma diversa da quelle che ho interpretato”

Jessica Lange: “Carriera? È iniziata grazie a Dino De Laurentiis. Io mamma diversa da quelle che ho interpretato”. Jessica Lange sulla carriera iniziata grazie a Dino De Laurentiis, l’essere mamma, e non solo, l’attrice ed ex modella statunitense, 75 anni, si racconta in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

«Da bambina, in Minnesota, non sono mai entrata in un teatro, né nell’unico cinema del mio paesino, ma ho visto decine di vecchi film in televisione insieme a mia madre, ed ero affascinata dagli attori perché io stessa vivevo nel mondo del “facciamo che io ero”. Ho cominciato a parlare a due anni e mezzo e ho sempre dovuto adattarmi ad ambienti nuovi, perché mio padre faceva il commesso viaggiatore e la nostra famiglia si trasferiva ogni due anni: sono cresciuta lungo la Route 61!

Non avendo nessuno degli strumenti tecnologici che oggi vedo in mano anche ai bambini, e ben prima dell’arrivo di Internet, mi perdevo nella mia immaginazione. Era come viaggiare nel tempo: creavo trame e personaggi, allestivo mentalmente ogni scena, affidavo dialoghi a seconda del ruolo. Guardando indietro, mi ritengo fortunata di avere avuto quel tempo e quello spazio mentale per prepararmi al mio futuro lavoro, nutrendo la fantasia».

Jessica Lange: “Carriera? È iniziata grazie a Dino De Laurentiis”

Avrebbe potuto fare un altro lavoro?
«Non credo. Per mantenermi ai corsi di recitazione sono stata cameriera al Lion’s Head e ho provato a propormi come modella, senza grandi risultati. Però una delle proprietarie dell’agenzia cui mi ero presentata si è ricordata della mia passione per il cinema, e quando il produttore Dino De Laurentiis si è rivolto alla sua agenzia per trovare la modella che interpretasse il ruolo di Dwan nel suo King Kong gli ha fatto il mio nome. Da lì è iniziata la mia carriera».

All’epoca però quel King Kong fu molto criticato…
«È vero, non è stato il mio ruolo migliore, ma mi ha messa sulla mappa, e per questo gli sarò sempre grata. Ma sono altri i personaggi dei quali sono fiera».

Ad esempio?
«Frances Farmer, l’attrice che ho interpretato in Frances, una sorta di avvertimento a tutte le artiste in un mondo che le minimizza e sfrutta il loro talento senza restituire granché. Sentivo il dovere morale di raccontare la sua storia, e mi è restata dentro a lungo: da novellina nel mondo del cinema non avevo ancora imparato a lasciarmi il ruolo alle spalle a film finito e la sua presenza mi ha accompagnato per anni. Anche il fantasma di Blanche Du Bois, la coprotagonista di Un tram che si chiama desiderio, che ho interpretato a Broadway, a Londra e infine in televisione, è rimasto con me a lungo: dopo la prima tournée teatrale ero tornata in Virginia con Sam e i nostri figli, e ci sono fotografie di quel periodo in cui sembro davvero un ectoplasma».

Jessica Lange: “Sono mamma diversa da quelle che ho interpretato”

La carriera di Lange ha attraversato varie fasi.
«Legate a ciò che veniva offerto a un’attrice a seconda della sua età: sono stata una fanciulla in pericolo in King Kong e una seduttrice in Il postino suona sempre due volte, poi una madre coraggio in Country e Cape Fear, il promontorio della paura, poi una moglie o madre “cattiva” in Blue Sky, Segreti, Obsession e di recente in Capote vs. The Swans. Attualmente sono nella fase dell’anziana affetta da demenza senile, in film e pièce dove, tra l’altro, sono anche una pessima madre (ride)».

Lange ha tre figli, la prima dalla lunga relazione con il ballerino Mikhail Baryshnikov, gli altri due da Sam Shepard.
«Se nella vita credo di essere stata una buona madre, molto diversa da quelle che ho interpretato sullo schermo, lo devo a mia mamma, una persona meravigliosa che ha cresciuto me, le mie due sorelle e mio fratello, con intelligenza e amore».

Fra i tanti ruoli che ha interpretato, qual è il suo preferito?
«Direi Mary Caban Tyrone in Viaggio al termine della notte, un ruolo che riprenderò a breve, forse proprio perché ho potuto interpretarlo a varie età, ed è cresciuto con me ignorando il passare del tempo: a teatro è possibile!».

Per un’attrice non dev’essere facile calarsi in certi ruoli.
«Per questo non credo nella lunga preparazione delle scene che richiedono un grande coinvolgimento emotivo. Imparo le battute e poi mi butto d’istinto, voglio che si percepisca l’immediatezza delle mie reazioni a ciò che succede in scena: mi piace sorprendermi. Troppa preparazione invece, per me che vivo di emozione, sarebbe paralizzante».

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