Indossa per troppo tempo l’anello al pene per aumentare le prestazioni: 68enne operato d’urgenza. Un uomo di 68 anni indossa per troppo tempo l’anello al pene per aumentare le prestazioni e viene operato d’urgenza subendo l’amputazione della punta. È successo negli Stati Uniti, dove un team di medici sono stati costretti a rimuovere strati di tessuto morto in questo caso orribile, ma hanno scoperto che la punta non poteva essere salvata e hanno dovuto rimuoverla.
Tuttavia, in un’operazione apparentemente unica nel suo genere, il medico ha utilizzato parte della coscia dell’uomo per ricostruire parti del suo pene. Il paziente, rimasto anonimo, ha raccontato ai medici del dipartimento di urologia dell’Università della California di aver indossato l’anello, che aumenta l’erezione intrappolando il sangue nei genitali per circa 24 ore.
Non riuscendo a rimuoverlo manualmente dal suo membro gonfio, è ricorso all’uso di pinze per staccarlo. Ma, cosa sorprendente, ha chiesto aiuto ai medici solo una settimana dopo, perché aveva difficoltà a urinare. Documentando l’operazione sulla rivista Urology Case Reports, i medici hanno affermato che al momento del ricovero il pene dell’uomo aveva un colore viola anomalo, con vesciche sulla pelle e chiazze gialle.
La cancrena
L’uomo, che era senza fissa dimora, è stato inizialmente dimesso e trasferito in una casa di cura dopo che gli è stato inserito un catetere per aiutarlo a urinare, data l’apparente assenza di danni maggiori derivanti dalla sua scappatella sessuale finita male. Tuttavia, due settimane dopo è tornato con tutto il pene diventato nero e in cancrena.
Ciò indicava che l’organo era diventato necrotico e che il tessuto stesso era ormai morto a causa dell’interruzione dell’afflusso di sangue causata dall’estensione dell’anello stretto. I medici hanno somministrato all’uomo antibiotici ad ampio spettro nel tentativo di prevenire un’ulteriore cancrena e, in immagini troppo orribili per essere mostrate, hanno iniziato a tagliare via la carne morta del pene.
Utilizzando bisturi e forbici chirurgiche, i medici hanno rimosso meticolosamente il tessuto morto strato per strato, finché non hanno trovato tessuto sano e vivo in profondità, più vicino al nucleo del membro. Tuttavia, hanno scoperto che il glande, il nome medico per la testa del pene, non poteva essere salvato e doveva essere rimosso completamente. I medici quindi hanno medicato il pene pelato per consentirgli di guarire.
La ricostruzione
Dopo una settimana di convalescenza, l’uomo è stato sottoposto a un altro esame e alla rimozione del tessuto morto prima che i medici si concentrassero sulla ricostruzione del pene. Hanno prelevato un pezzo di pelle di 8×13 cm dalla coscia destra, che poi hanno innestato sul nucleo pelato del pene del paziente. I medici hanno riferito che l’uomo è rimasto stabile dopo l’operazione e che un nuovo catetere, inserito attraverso l’addome per aiutarlo a urinare (anziché attraverso il pene), funzionava correttamente.
Nel discutere il caso, i medici hanno affermato che gli esempi di strangolamento del pene causati da anelli sessuali rappresentano un’emergenza rara ma grave, con conseguenze potenzialmente gravi per il paziente. “Lo strangolamento del pene causato da un anello costrittivo è un’emergenza urologica che richiede la rimozione immediata per prevenire la compromissione vascolare e la successiva necrosi, nonché la ritenzione urinaria acuta”, hanno scritto.
“La gestione di questi pazienti rappresenta una sfida clinica data la disponibilità di strumenti a disposizione dell’urologo presso la rispettiva struttura per rimuovere il dispositivo costrittivo”. Hanno aggiunto che, a loro conoscenza, il caso rappresentava la prima volta in cui un paziente affetto da strangolamento del pene causato da un anello, veniva trattato chirurgicamente con un innesto cutaneo prelevato dalla coscia.
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