Al Bano, i figli: “Momenti Felici? Soprattutto in un’occasione. Un aspetto ci faceva soffrire”. Al Bano, i figli Yari, Jasmine e Bido, rispettivamente 49, 23 e 22 anni, parlano a cuore aperto raccontando com’è stato crescere con i genitori famosi in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Partiamo dalle canzoni. Qual è quella che preferite di vostro padre?
Yari: «Io amo tutte quelle degli anni 70: In controluce, Come ti desidero, Evasione e realtà…».
Jasmine: «Tu per sempre è una delle mie preferite, ma adoro tutte quelle romantiche, oltre alle grandi hit».
Bido: «È la mia vita e La siepe».
Avete avuto anche voi, come John Travolta a Sanremo, il rigetto per successi come «Il ballo del qua qua»?
Jasmine: «Ma no!».
Yari: «La cosa buffa è che io ho assistito alla nascita della canzone in sala di registrazione. Era un gioco per far divertire noi figli: nessuno immaginava il successo».
Al Bano, i figli: “Un aspetto ci faceva soffrire”
Mi raccontate un momento felice con vostro padre?
Yari: «L’infanzia in Spagna è stata bellissima: partivamo in primavera e rientravamo in Italia verso settembre-ottobre. Lì non eravamo tormentati dal gossip, eravamo solo una famiglia. Ci spostavamo in macchina noi quattro con un registratorino: certe canzoni nascevano proprio in auto. Oppure cantavamo i Beatles che piacevano a mamma o il rhythm and blues di papà. Per non dire di quando ci fermavamo a un chiringuito e se a papà non piaceva il menu, prendeva dal bagagliaio la sua pasta e cucinava gli spaghetti per 20-30 sconosciuti».
Al Bano: «Durante quei viaggi li ho fatti dormire più di una volta in hotel a 200 mila stelle. Ci muovevamo con una Ford station wagon acquistata in Florida che mi ero fatto spedire a Barcellona: quando vedevo un bel paesaggio mi fermavo e dormivamo lì, in mezzo alle colline».
Jasmine: «Anche io ho bellissimi ricordi dell’infanzia, quando papà ci portava in giro per il mondo e alla fine dei concerti chiamava me e Bido sul palco per cantare insieme Felicità. Adesso però impongo le mie, di canzoni!».
Bido: «Io faccio fatica a trovare una cosa sola, perché ogni show, ogni viaggio, ogni discorso, li porterò con me per sempre: la quotidianità, il rapporto semplice».
[…] Il gossip vi insegue da che siete nati. Talvolta nemmeno adesso i social sono teneri. Su di voi ci sono aspettative alte.
Yari: «A me ha fatto molto soffrire: mi bastava il titolo di un giornale per cambiarmi tutta la giornata. Ci scattavano continuamente foto sotto le quali mettevano didascalie inventate, era una sorta di Instagram ante litteram. Almeno ora sui social decido io quello che voglio pubblicare. Quanto ai paragoni, inevitabili, basta andare dove non lo conoscono: in India sono stato benissimo».
Jasmine: «Questa continua attenzione mi ha fatto chiudere in me stessa, anche se salgo volentieri sul palco e lì mi dimentico di tutto il resto. A me spiace quando sui social si aspettano che sia quasi un prolungamento di mio padre, come se dovessi cantare con il cappello sulla testa le sue canzoni. Io sono diversa».
Bido: «Sono l’unico che non ha scelto la carriera artistica: studio Economia al terzo anno, un giorno mi piacerebbe occuparmi della tenuta di Cellino. La disponibilità di papà con tutti la vedo come un pregio. Non ho patito l’attenzione, perché non me ne sono mai sentito al centro».
Al Bano, i figli: “Momenti Felici? Soprattutto in un’occasione”
Yari, lei da adolescente si è dovuto trasferire in Svizzera, perché rischiava di essere rapito.
«È vero, ma lo ricordo come un periodo bellissimo. Li fondai il mio primo gruppo musicale, con Sean Lennon e Leona Naess: in un bunker antiatomico suonavamo Jimi Hendrix e i Led Zeppelin. Yoko Ono ci faceva da madrina e ci portava fuori nei weekend».
Cosa vorreste ereditare da vostro padre?
Yari: «La sua forza, la costanza, lo spirto risolutivo. E poi la capacità di addormentarsi ovunque, a comando!»
Jasmine: «Il carattere positivo, la capacità di non buttarsi giù davanti a nulla».
Bido: «La voglia di fare e la dedizione ai progetti».
Ma lo avrà pure un difetto!
Yari: «Ha grande spirito di adattamento e capacità di improvvisare. Però a volte proprio per questo non vuole sentire nessuno. E provare ad aiutarlo diventa peggio che salire sulle montagne russe».
Yasmine: «È testardo».
Bido: «Testardo, sì».
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