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Salute

Scoperte le proteine ​​che trasformano le riserve di grasso in energia: svolta per nuove cure contro l’obesità

Scoperte le proteine ​​che trasformano le riserve di grasso in energia: svolta per nuove cure contro l’obesità. La scienza ha compiuto progressi sempre maggiori nel trattamento dell’obesità. Questo perché si tratta di una condizione che, essendo associata a diverse malattie, rappresenta una delle priorità della ricerca a livello mondiale. Gli scienziati dell’Università della California a San Francisco, negli Stati Uniti, hanno fatto significativi passi avanti nella comprensione di come il grasso venga bruciato.

Lo studio, pubblicato il 1° luglio sul Journal of Clinical Investigation, descrive le proteine ​​che trasformano le riserve di grasso in energia. Secondo i ricercatori, esistono essenzialmente due tipi di grasso: il bianco, che costituisce riserve di lipidi, e il marrone, che viene consumato dalla termogenesi ed è più comune nei bambini, i quali necessitano di mantenere il calore corporeo senza svolgere molta attività fisica. Il grasso di tipo marrone si brucia facilmente, mentre quello di tipo bianco è leggermente più difficile da attivare.

Utilizzando modelli di cellule umane in coltura e topi geneticamente modificati, gli scienziati hanno scoperto che la soppressione della proteina del fattore di trascrizione Klf15 modifica l’identità dei globuli bianchi rendendoli più simili al beige; di conseguenza, il grasso viene bruciato più agevolmente quando il corpo necessita di energia, rispetto alla versione originale.

Il ruolo della proteina Klf15

La proteina Klf15 è particolarmente abbondante nei globuli bianchi, il che ha suscitato l’interesse dei ricercatori. Il team ha inoltre somministrato dosi di isoproterenolo, un composto noto per stimolare le cellule marroni a produrre calore, a cellule adipose bianche, constatando l’esistenza di una correlazione tra l’attivazione del composto e quella della proteina.

Gli scienziati hanno rivelato che il legame tra le due entità è un recettore denominato Adrb1. Un suo correlato, Adrb3, induce le cellule adipose bianche a divenire più simili a quelle marroni, ma non è presente negli esseri umani. Adrb1, già esistente, potrebbe rappresentare un interessante obiettivo terapeutico per potenziare la combustione dei grassi.

Molti ritenevano che ciò non fosse possibile. Abbiamo dimostrato non solo che questo metodo è efficace nel convertire le cellule adipose bianche in beige, ma anche che non è così complesso come si pensava“, ha spiegato il ricercatore e medico Brian Feldman in un’intervista rilasciata al sito dell’università. La scoperta apre la strada a nuove cure contro l’obesità.

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