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Red Ronnie: “Preso in giro? Non me ne frega niente, ho una certezza. Io emarginato in seminario. Sulla carriera politica…”

Red Ronnie: “Preso in giro? Non me ne frega niente, ho una certezza. Io emarginato in seminario. Sulla carriera politica…”. Red Ronnie preso in giro, emarginato in seminario, la carriera politica, e non solo, il giornalista e conduttore, 73 anni, parla a tutto tondo in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Era un quindicenne di San Pietro in Casale, Bologna.
«Frazione di Sant’Alberto, aperta campagna. Il papà del mio amico Maurizio aveva un negozio di amplificatori, lui ne rubò un paio e me li rivendette a metà prezzo. Costruimmo due casse col truciolato. Il venerdì sera aprivo la finestra della mia cameretta e sparavo a tutto volume Hendrix, Eric Clapton, Led Zeppelin, Doors, Jefferson Airplane e i ragazzi del paese correvano a radunarsi lì sotto per tutta la notte, qualcuno dormiva da me, nel letto o sul tappeto».

Dagli 8 ai 14 in seminario.
«Un dramma, mi sentivo abbandonato. Papà mi accompagnò con la Bianchina. Gli domandai: “Tieni chiusi i finestrini, così mi porto dietro l’aria di casa”. Piangevo sempre. Ero emarginato. Avevo il soffio al cuore, perciò non giocavo a pallone, passeggiavo da solo nel boschetto. Ero stonato, quindi fuori dal coro delle voci bianche. E avevo i capelli rossi, mi prendevano in giro: “Rosso Malpelo” o “Roscio, passa domani che oggi è moscio”».

Red Ronnie: “Io emarginato in seminario. Sulla carriera politica…”

A Bologna, nel ’76, fondò una radio privata con Bonvi, Dalla e Guccini.
«Il grande disegnatore di Sturmtruppen era il mio idolo. Facevamo interminabili riunioni e poi andavamo a mangiare da Vito, osteria vicino casa di Francesco. Dopo i disordini con gli autonomi ci chiusero. “Ti cerca la polizia, cambia nome”, mi esortò Bonvi. “Io sono famoso, a me non mi arrestano”. Ero Gabriele, diventai Red — come rosso — e Ronnie come Peterson, il mio pilota preferito».

[…] Vita spericolata, la sua. Vasco Rossi.
«L’ho conosciuto a Zocca nel ‘76, ero andato a proporgli un programma radio con interviste ai piloti di Formula 1, diventammo amici, negli anni Ottanta uscivamo spesso insieme, poi è diventato una rockstar, ora ci vediamo ogni tanto. Ci scriviamo sul cellulare. “Ma io sono venuto da te a fare Sally in versione acustica o me lo sono sognato?”, mi ha chiesto tempo fa. Quando nel 1984 fu arrestato, andai con le telecamere al capannone di Casalecchio, ma appena saputo che l’avrebbero portato via in manette le spensi».

[…] In canoa con Jovanotti.
«Dormiva spesso a casa mia, portò un quadernetto su cui aveva scritto La tribù che balla, gli dissi: “Vai così che vai bene”. Siamo andati a Cuba insieme due volte. Nel 2001 uscimmo in mare con due canoe. Di colpo il cielo si rannuvolò. “Il mare si muove, torniamo”. Invertimmo la rotta ma nella manovra ci urtammo e io caddi in acqua. Non riuscivo a risalire. Mi sono aggrappato con un braccio alla mia, per stare a galla, e con l’altro alla sua, per farmi trascinare. Lorenzo remava, ma le correnti ci spingevano al largo. Ce la siamo vista brutta, specie io. Per fortuna ci hanno salvato dalla riva».

Red Ronnie: “Preso in giro? Non me ne frega niente, ho una certezza”

Ha intervistato chiunque. Paul McCartney.
«Due volte. Mi raccontò di John Lennon. Mi disse che non era un santo, che sapeva anche manipolare la gente. Con George Harrison fu una chiacchierata tra amici, anche lui tifoso di Ronnie Peterson. Li facevo parlare di tutto. Le grandi star sono spesso persone molto normali. A Keith Richards dei Rolling Stones misi in mano una chitarra, la suonò».

[…] Qualcuno che le ha dato buca.
«Ne ho prese due. Una da Jeff Buckley. Timido, cancellò l’intervista all’ultimo minuto. E poi Van Morrison. Intrattabile. Ogni tre secondi si alzava e mi mandava a quel paese. “Che cavolo di domande fai?”. Mick Hucknall dei Simply Red l’avrà vista dieci volte, rideva come un pazzo».

Red Ronnie: “Carriera politica? Lasciai perché erano serpi”

Nel ‘92 si candidò con il Psi.
«Sempre stato anarchico. Mi cercavano tutti. Il Pds ex Pci, ma non mi piaceva. Roberto Formigoni per la Dc, Enrico Boselli per i socialisti. “Se vuoi aiutare i giovani devi andare in Parlamento”. Accettai. Presi molte preferenze col mio vero nome e altre come Red Ronnie, ma i candidati della mia stessa lista le fecero annullare per non perdere il seggio. Intini mi suggerì di fare ricorso al Tar. “No, basta con voi, siete delle serpi”».

E addio carriera politica.
«Qualcuno mi voleva candidare anche adesso, per le Europee, ma non le dico chi. Comunque ho risposto di no. La Meloni? No, non è stata lei. Però mi piace e la stimo molto, è una che mantiene le promesse, Chico Forti è tornato a casa grazie a lei. Luigi Di Maio parlò tanto ma fece solo casino».

Ha scoperto Ultimo.
«Direi che si è scoperto da solo. Venne da me quando facevo Fiat Music in roulotte, ospitavo artisti emergenti, tra cui lui. Era grande fan di Vasco Rossi. Mi fece sentire un pezzo. “Che ti devo dire? Sei bravo”. Io gli ho solo dato un’opportunità. Mi piace molto, ci scriviamo spesso».

[…] Lo sa, sì, che quando sostiene di aver parlato con Jimi Hendrix nell’Aldilà la gente la prende in giro?
«Lo so però non me ne frega niente, io sono sempre sincero, è vero che ci ho parlato, tramite la medium Sonia Benassi, era lui, mi ha detto cose che soltanto io potevo sapere».

Tipo?
«Che il nostro primo contatto è avvenuto in sogno, andò proprio così. Ho fotografato la sua faccia. Ho rivisto anche Franco Battiato».

Crozza la imita che è uno spasso.
«Mi ha fatto capire i miei difetti, come che salto da un argomento all’altro. Lo guardo e mi vedo come in uno specchio deformante. Mi ci diverto moltissimo».

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