Ecco Cognify, impianta ricordi nel cervello dei detenuti: “Addio carcere, criminali riabilitati velocemente con nostro concetto”. Un’azienda ha presentato la prigione del futuro, si chiama Cognify e impianta ricordi nel cervello dei detenuti. Il progetto impiantarebbe ricordi sintetici del crimine di una persona nel cervello, ma mostrando la prospettiva della vittima.
Il sistema potrebbe comprendere un dispositivo simile alla realtà virtuale che visualizza filmati del reato generati dall’intelligenza artificiale, abbinato a un impianto cerebrale che induce stati emotivi come rimorso o rimpianto, sentimenti che alcuni individui potrebbero non provare normalmente da soli. Il concetto, sviluppato da Hashem Al-Ghaili, garantirebbe gli effetti a lungo termine della sessione terapeutica rendendo i ricordi permanenti.
Le autorità da tempo assicurano che la prigione funga da deterrente per i criminali dal commettere reati futuri. Con il suo progetto, Al-Ghaili guarda al futuro e crede che la prigione tecnologica aiuterà i criminali a imparare dal loro passato. “Un giorno Cognify potrebbe creare e impiantare ricordi artificiali direttamente nel cervello del prigioniero”, si legge in un video narrativo.
Contenuti creati dall’intelligenza artificiale
Questi ricordi complessi, vividi e realistici vengono creati in tempo reale utilizzando contenuti generati dall’intelligenza artificiale. La riabilitazione durerebbe diversi minuti, ma al criminale sembrerebbero anni. “Nella mente del criminale, il tempo scorrerebbe più lentamente che nella vita reale, facendogli vivere un’esperienza che vale anni”, si legge nel video.
A seconda della gravità del crimine commesso dal soggetto e della sua condanna, i ricordi potrebbero essere adattati alle esigenze riabilitative di ciascun soggetto. I prigionieri vengono sottoposti a scansione cerebrale ad alta risoluzione che crea una mappa dettagliata dei loro percorsi neurali. La mappa consente al dispositivo Cognify di colpire specifiche regioni del cervello responsabili della memoria, del ragionamento e del pensiero logico. Questi compiti si trovano nell’ippocampo, nella corteccia prefrontale, nell’amigdala, nel lobo parietale e nella corteccia cingolata anteriore.
Come funziona
Il dispositivo funziona mostrando ai prigionieri i ricordi generati dall’intelligenza artificiale dei loro crimini, che possono includere violenza domestica, crimini d’odio, appropriazione indebita, insider trading, furto e frode. Oltre agli effetti visivi, la tecnologia potrebbe anche stimolare una risposta fisica, facendo provare al trasgressore il dolore e la sofferenza sopportati dalla vittima. “Alcuni ricordi sono progettati per innescare conseguenze e traumi”, si legge nel video.
“Tali ricordi potrebbero simulare le conseguenze a lungo termine di azioni violente, come il dolore della famiglia della vittima o il trauma fisico ed emotivo subito dalla vittima”. La clip di sei minuti e 22 secondi, pubblicata sugli account social di Al-Ghaii, inizia con la visuale di una stanza bianca con 19 cabine contro il muro. Le capsule si aprono per rivelare uomini in piedi all’interno di ciascuna di esse, che indossano il dispositivo Cognify sopra la testa e quello che sembrava essere un display sopra gli occhi e le cuffie sopra le orecchie, immergendoli nei ricordi generati dall’intelligenza artificiale.
Direttamente nelle reti neurali
“I ricordi artificiali impiantati dal Cognify verrebbero incorporati perfettamente nelle reti neurali esistenti del cervello, prevenendo la dissonanza cognitiva e garantendo che il soggetto viva i ricordi come se fossero reali,” si legge nel clip.
Mentre i prigionieri conservano vividi ricordi dei loro crimini, un computer centrale raccoglie dati per comprendere cosa spinge le persone a commettere tali reati. Tuttavia, nel video si sottolinea che Cognify avrebbe “disposto un archivio crittografato per le informazioni sensibili dei prigionieri e i dati sulla riabilitazione”.
Secondo il video concettuale, “Cognify potrebbe rivoluzionare il sistema di giustizia penale riducendo significativamente la necessità di incarcerazioni a lungo termine e i relativi costi. Le carceri tradizionali richiedono budget sostanziali per la costruzione, la manutenzione, il personale e la cura dei detenuti, compresi cibo, assistenza sanitaria e programmi di riabilitazione. Sostituendo le pene detentive estese con una riabilitazione breve e intensiva attraverso l’impianto di memoria artificiale, i costi di mantenimento delle strutture carcerarie e di sostegno ai detenuti potrebbero essere drasticamente ridotti”.
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