Dipendente dell’Ospedale ucciso in mensa a colpi di pistola: il killer gli taglia anche la testa. Un dipendente dell’Ospedale viene ucciso nella mensa a colpi di pistola e il killer gli taglia anche la testa riponendola accanto al cadavere. È successo martedì 23 aprile all’Instituto Doutor José Frota (IJF), a Fortaleza, Ceará, in Brasile. L’uomo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella mensa dell’unità. Anche un’altra persona è rimasta ferita ed è stata salvata.
Alcuni filmati (che preferiamo non mostrare) che circolano sui social mostrano l’uomo disteso a terra con la testa accanto, nella mensa locale. Secondo il segretario di Pubblica Sicurezza del Ceará, Samuel Elânio, si tratterebbe di un delitto passionale tra coppie gay. Il compagno del sospettato lavora lì e l’omicidio sarebbe stato provocato dalla gelosia.
Sempre secondo il segretario, l’indagato è un ex dipendente dell’istituto, licenziato più di un anno fa. L’uomo sarebbe riuscito a entrare nel reparto ospedaliero utilizzando il riconoscimento facciale, ancora attivo. L’autore del reato è stato identificato, ma è fuggito dalla scena ed è in libertà.
In un comunicato il Segretariato per la Pubblica Sicurezza e la Difesa Sociale (SSPDS) ha informato che le forze di sicurezza stanno cercando di catturare il sospettato già identificato come autore del crimine. Secondo l’agenzia, il filone principale delle indagini sulla motivazione dell’omicidio punta al delitto passionale.
Il sindaco di Fortaleza, José Sarto, ha denunciato il caso sui social media.
“È inaccettabile che la violenza a Fortaleza continui così. Oggi viviamo ancora una volta momenti di orrore. Due brutali omicidi. La paralisi del governo statale nella lotta contro le fazioni non sembra essere solo un’incompetenza, ma anche una complicità. Ho contattato le Segreterie per la Sicurezza dei Cittadini, l’Istruzione, la Salute e i Diritti Umani, per fornire pieno sostegno alle famiglie delle vittime e ai nostri lavoratori, ai quali dedico tutta la mia solidarietà. Non permetterò che l’accesso ai nostri servizi pubblici sia ostacolato dall’insicurezza”, scrive José Sarto.
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