Kirsten Dunst: “Civil War è un film che ammonisce su una cosa. È vero che ho raccomandato Cailee Spaeny a Sofia Coppola”. Kirsten Dunst su Civil War, e non solo, l’attrice statunitense, 42 anni, parla del film del regista britannico Alex Garland in cui veste i panni di una fotoreporter di guerra, in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Dopo Il potere del cane di Jane Campion ha smesso di recitare per due anni. Ha confessato che le venivano offerti solo ruoli da “mamma triste”. Cosa l’ha convinta di questo film?
“Mi è sempre piaciuto lo stile di Alex Garland ( Annientamento, Ex machina, Non lasciarmi, ndr). Quando ho letto il copione ho pensato: “Quel ruolo è mio, devo farlo assolutamente”. Non ne avevo mai affrontato uno così. E poi mi piace lavorare con direttori che hanno una visione precisa e pongono dubbi”.
Civil War suggerisce, in effetti, che è arrivato il momento di farsi delle domande e di prendere una posizione. Dal conflitto israelo-palestinese a quello ucraino-russo, le guerre sono purtroppo realtà con il loro carico di morte e orrore.
“È un film che ti ammonisce su cosa potrebbe succedere quando le persone non comunicano più tra loro, si mettono a tacere i giornalisti e si perde una verità condivisa”.
Kirsten Dunst: “Civil War è un film che ammonisce su una cosa”
Fate l’amore e non la guerra, tanto per usare “vecchi” slogan…
“L’America del film è solo immaginata. Non siamo in questa situazione, per fortuna. La guerra civile raccontata da Garland però è terrificante. Può accadere? Sì, può succedere quando le persone smettono di essere considerate esseri umani e le posizioni si polarizzano. Il fatto che il regista sia inglese gli dà un altro spessore, ci mostra che può capitare dappertutto”.
[…] Ha raccontato di aver sofferto di un disturbo da stress post-traumatico, dopo la conclusione delle riprese.
“Abbiamo girato le scene in ordine cronologico, e quindi le ultime due settimane sono state tutte sparatorie ed esplosioni. Tornare alla vita normale è stato difficile, mi sono sentita estraniata per due settimane. Alex ha girato con moltissime micro-camere digitali. Sembrava di essere in un documentario. Portavo cuffie antirumore per proteggermi, ma a volte i suoni delle esplosioni mi facevano sobbalzare, è stato molto intenso”.
La stampa è in continuo pericolo. Israele ha messo a punto una legge per chiudere le testate straniere se ritenute “pericolose” per la sicurezza. I reporter uccisi nel 2023 sono stati 99, stando al Comitato per la protezione dei giornalisti. Come percepisce tutto questo dopo Civil War?
“Ho grande rispetto per la stampa. Ammiro soprattutto i giornalisti che rischiano la vita nelle zone di guerra per raccontare la verità. Quando sei lì, il tuo collega è tutto quello che hai, c’è solidarietà anche quando sei in competizione per ottenere lo scatto prima degli altri”.
Il suo personaggio, Lee Miller, come la celebre fotoreporter degli anni Venti, è pronta a scattare in qualsiasi circostanza. A chi si è ispirata?
“Abbiamo guardato e analizzato tutti insieme Under the Wire (2018), film che racconta l’ultimo reportage della corrispondente di guerra Maria Colvin, prima di restare uccisa. Aveva lavorato per il britannico The Sunday Times dal 1985 fino alla morte, avvenuta mentre seguiva l’assedio di Homs nel 2012. Era stata ovunque, in Cecenia, Kosovo, Sierra Leone, Zimbabwe, Sri Lanka e Timor Est. Considerava il lavoro una missione”.
Kirsten Dunst: “È vero che ho raccomandato Cailee Spaeny a Sofia Coppola”
[…] Dicono sia stata lei a “raccomandare” Cailee Spaeny a Sofia Coppola per il ruolo di Priscilla Presley in Priscilla.
“In effetti Sofia Coppola stava cercando il volto del film e mi aveva chiesto cosa pensassi di lei. Così l’ho aiutata a ottenere la parte. Del resto è bravissima. Nel film dà consigli alla giovane giornalista Spaeny”.
[…] suo marito Jesse Plemons interpreta l’America razzista nel film. Avete lavorato insieme in diverse produzioni tra cui Il potere del cane per il quale siete stati candidati agli Oscar nel 2022. A casa cosa vi raccontate?
“Siamo genitori, abbiamo due bambini e siamo una famiglia come tante. Direi una bugia se non dicessi che ci scambiamo opinioni sui copioni. Alla fine, però, ci lasciamo molto liberi di essere noi stessi anche quando siamo sul set insieme. Durante le riprese non avevo la sensazione di lavorare con mio marito, ma con un attore molto bravo”.
Ha recitato in oltre quaranta film. A dodici anni ha baciato Brad Pitt in Intervista con il vampiro. C’è un personaggio, tra tutti, che le è rimasto addosso?
“Non mi identifico con nessun ruolo, ogni personaggio è una parte di me. Le ho amate tutte le mie “donne”. Non c’è un film in cui posso dire di essere stata magnifica o iconica. Si impara e progredisce sempre. È l’unica cosa che conta”.
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