Bobby Solo: “Playback a Sanremo? Vi dico tutta la verità. Mio padre mi picchiava, a volte mi sbatteva la testa sulla persiana”. Bobby Solo sul playback a Sanremo, le botte del padre, gli amori e non solo, il cantante romano, 79 anni, si racconta a tutto tondo in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Era il 1964. Al Festival cantò in playback e fece scandalo.
«Rimasi senza voce».
La sera prima era stato al night con Little Tony.
«Fino alle quattro del mattino, ballai con le entraineuse, avevo 18 anni, le donne fino ad allora le avevo viste solo in foto. Ma la verità era che ebbi una crisi di panico. Ero timido e insicuro. Avevo ascoltato le prove di Paul Anka e al suo confronto mi sentivo una nullità. E pure i miei discografici mi trattavano come un disgraziato, confinato in una cameretta nel sottoscala dell’hotel Royal, senza bagno. Dopo la prima serata però – e 350 mila ordini del disco – fui promosso alla suite. Vendette 2 milioni e mezzo di copie in Italia e 12 nel mondo».
[…] Papà Bruno era un colonnello dell’aeronautica.
«Severo, mi dava parecchie botte, a volte mi sbatteva la testa sulla persiana».
Le impose di cambiare nome per fare il cantante.
«Si vergognava. Mi voleva notaio, medico o avvocato. Mamma Maria, istriana, mi sognava prete. “Così le done catìve no te faran tribolar”».
Si pettinava come Elvis.
«Con il Tenax della Roger& Gallet, quando si induriva ti riempiva di forfora le spalle».
Copiò borchie e frange.
«Scherza? Elegantissimo, mi vestivo dal sarto in via Bissolati, lo stesso di Cary Grant e Richard Burton, ero un figurino, pesavo 68 chili».
Bobby Solo: “Playback a Sanremo? Vi dico tutta la verità”
A spasso con Celentano.
«Soffriva d’insonnia come me, passeggiavamo fino alle cinque del mattino. Quando abitava alla Maggiolina, a Milano, si era costruito un maneggio, gli piaceva montare a cavallo. Io restavo a giocare a ping-pong con Claudia Mori».
Chissà che guadagni.
«Magari. Vanoni, Gaber e Jannacci prendevano il 6 per cento, io il 2, mi hanno fregato. Però con Una lacrima sul viso in sei mesi mi sono comprato la villa all’Eur, 50 milioni di lire cash. I soldi li teneva mamma. “Sennò li butti via”».
Si truccava gli occhi.
«Per Se piangi, se ridi chiesi a due giovani estetiste di mettermi il rimmel come Elvis. Esagerarono. L’anno dopo, al Cantagiro, giravamo su un pulmino. Qualcuno ci scrisse sulla fiancata: “Signorina Solo”. Mamma si arrabbiò e gridò dal finestrino:”Porta tu sorela, te fasso veder mi chi xe mi fijo”».
Donne & Motori.
«In tre anni cambiai 47 macchine. La prima fu una Mercedes color crema, poi una argento. Ricomprai la Jaguar 4200 nera di Carlo Ponti. Ci andavo a Ostia, con i jeans e a piedi scalzi, mi rimettevo al volante bagnato e pieno di sabbia. Con la Cadillac cabrio tornai da Sanremo a Roma. C’era la fila per la neve. Impaziente, per gli ultimi 15 km mi feci largo sulla destra, sbattendo contro il guard-rail e contro i camion incolonnati, l’ho distrutta, ero pazzo».
Bobby Solo: “Sophie? Me ne sono andato quando la mia carriera è andata giù”
[…] Nel 1967 sposò Sophie.
«Ballerina francese, bellissima. C’era più attrazione fisica che sentimento. Gli altri nelle donne guardavano il seno, il sedere, io le gambe».
Poi finì.
«Quando la mia carriera è andata giù, mi rimproverava. Per non litigare me ne sono andato».
Più traditore o tradito?
«Ho messo le corna e le ho prese. Non mi sono mai nascosto: se mi piaceva un’altra, lo dicevo. Una mia fidanzata si dava molto da fare. L’ho trovata alle 5 di mattina che fumava marijuana con tre surfisti. Non ho fatto scenate, troppo cinico. Arrivederci e via».
L’amicizia tra maschi.
«Con Little Tony c’era fratellanza. Si commosse quando mi vide arrivare a Sanremo, timido, 10 mila lire in tasca, un cappotto da marinaio allungato tre volte da mamma. Mi prese sotto la sua ala, mi pagò pranzi e cene».
[…] Sta con Tracy da 29 anni.
«La incontrai su un volo per New York, era una hostess. Mi sono innamorato delle sue fossette, come un diciottenne e ne avevo 50. “Se non avessi 26 anni di più ti sposerei”. “E perché non me lo chiedi?”».
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