Cailee Spaeny: “In Italia ho vissuto un sogno. Priscilla? Al posto suo non mi sarei tirata indietro. E su Sofia Coppola…”. Cailee Spaeny sull’Italia, e non solo, l’attrice e cantante statunitense, 25 anni, si racconta parlando anche della ‘sua’ Priscilla Presley nel film di Sofia Coppola. Di seguito vi proponiamo alcuni passaggi dell’intervista rilasciata a ‘Io Donna’.
[…] Cailee, iniziamo proprio da Il giardino delle vergini suicide.
“Quell’età per noi è veramente complicata, devi affrontare una realtà nuova e spinosa: diventare donna è allarmante, disorienta, specie per chi è cresciuto in certe parti d’America, come è capitato a me, nata nel “Bible Belt” (un’area degli Stati Uniti che comprende gli stati meridionali e confederati, prevalentemente protestanti/evangelici, ndr ).
Tu cresci, diventi una donna e da te ci si aspetta una serie di traguardi precisi: andare a scuola, laurearsi, incontrare qualcuno e sposarti, avere un bambino e vivere così la tua vita; il tuo futuro è già pianificato. A me quella realtà andava stretta, non riuscivo a farla mia, a riconoscermi in quell’immagine. Le storie che Sofia (Coppola, la regista ndr) raccontava con realismo, invece, mi facevano sentire libera. Puoi essere una ragazza giovane e carina, ma avere un fondo oscuro e angosciato e aspirare a un amore diverso, una vita diversa”.
Come si è accostata quindi al personaggio di Priscilla?
“Mi è sembrato facile capirla, immedesimarmi. Se mi fossi trovata nella sua posizione a quattordici anni, in quel mondo così come le era stato presentato, irreale e fantastico, senza dubbio non mi sarei tirata indietro”.
Cailee Spaeny: “Priscilla? Al posto suo non mi sarei tirata indietro”
[…] Fin da piccola sapeva di volere recitare. Come è nata questa sua passione?
“Mi piaceva molto recitare e non l’ho mai considerato un hobby. Credo che la scintilla iniziale, quella che scatenò il fuoco “sacro”, nacque dalla consapevolezza di essere terribile a scuola. Non aveva nessun senso per me andare a lezione, non sapevo come comunicare con gli altri e, a 13 anni, abbandonai completamente lo studio.
Il senso della mia identità venne invece dalla recitazione, che questa fosse in un piccolo teatro o in una band, in un parco a tema, oppure quando registravo la mia musica. Avevo molto tempo a disposizione, facevo tutto quello che riuscivo a fare, e ho capito presto che quella era la mia vita, e di volere riuscire a farcela.
Io sono una ragazza del sud, e non c’erano occasioni nel mondo dell’intrattenimento in quella parte d’America, così misi insieme un piccolo video con tutte le cose che avevo fatto e con mia madre partimmo per Los Angeles: venticinque ore di macchina, e appena arrivata cominciai subito a presentarmi a qualsiasi audizione. Furono quattro anni di provini, tanti “no, no, no”, un no dopo l’altro, e a diciotto anni ho avuto finalmente il mio primo ruolo”.
Cailee Spaeny: “In Italia ho vissuto un sogno”
Parliamo della sua felice esperienza italiana: ha lavorato per Miu Miu e Miuccia Prada, per Bulgari, e ha poi vinto la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia.
“Devo andare a vivere in Italia! (ride). Il vostro Paese mi ha accolta. Camminare sul tappeto rosso a Venezia e sentire il calore della folla, l’eccitazione per il nostro film e poi vincere il premio come migliore attrice mi ha fatto sentire Cenerentola. Per una, poi, che arriva da una cittadina sperduta del Missouri e vive l’esperienza di una movie star degli anni ’50… A me è parso un sogno hollywoodiano trasferito in Italia, ogni passo è stato autentico e incredibile”.
Cosa ha ora in programma Cailee Spaeny?
“Non ne ho idea, passo intere giornate a pensare a quello che mi piacerebbe fare. Ho altri due film che usciranno nei prossimi mesi (Alien: Romulus dove lei riprende il ruolo che fu di Sigourney Weaver e Civil War con Kirsten Dunst), ma voglio continuare a sfidare me stessa con progetti che mi stimolino e mi mettano alla prova. Vorrei fare teatro perché l’idea del palcoscenico mi terrorizza, così come vorrei continuare a lavorare con filmmaker e attori che mi possano ispirare, autori con visioni diverse, strane, che ti facciano pensare e innescare discussioni”.
Cailee Spaeny: “Sofia Coppola? Ha tante qualità”
[…] Mi dica qualcosa che non sappiamo già di Sofia Coppola.
“È misteriosa, è una vera artista e, assieme, la perfetta “cool girl”, ma è anche una mamma, e questo aggiunge al suo profilo un elemento ulteriore. Io non conoscevo Sofia, non l’avevo mai incontrata prima, e lavorando a Priscilla mi sono sentita protetta, lei per me aveva un’attenzione e una tenerezza speciali: mi teneva sempre d’occhio, e mi copriva le spalle. Giravamo scene che erano tristi, a volte devastanti, e dopo un paio riprese lei esclamava: «Okay, basta, abbiamo filmato abbastanza». In altre parole, mi custodiva: è una professionista, un’autrice, una donna che ha anche una sua impronta mistica”.
Seguici anche su Facebook. Clicca qui
Aggiungi Commento