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Cinema

Alessandro Siani: “Col nuovo film torno alla commedia pura. Ci sono altre differenze. Mi esibivo ai matrimonio ma non mi piaceva”

Alessandro Siani: “Col nuovo film torno alla commedia pura. Ci sono altre differenze. Mi esibivo ai matrimonio ma non mi piaceva”. Alessandro Siani sul nuovo film, l’attore e regista napoletano parla di ‘Succede anche nelle migliori famiglie’,  nelle sale dal prossimo lunedì 1 gennaio, in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

In “Succede anche nelle migliori famiglie” Alessandro Siani è spassoso e… un po’ più cattivello del solito […]
«Dopo diverse fiabe volevo tornare alla commedia pura, dai ritmi serrati e dalle battute taglienti. Così ho “richiamato in servizio” Fabio Bonifacci, lo sceneggiatore con cui avevo scritto “Il principe abusivo”, e insieme abbiamo sviluppato la storia».

Alessandro, un’altra novità è che stavolta il suo film non è tanto incentrato su un singolo personaggio, ma su tutta una famiglia. Come mai?
«Voglio riportare le famiglie al cinema. Dopo la pandemia sono tornate, sì, ma… timidamente. C’era bisogno di un gesto di attenzione, di un “segnale di fumo”. E poi, visto che nel mio film precedente parlavo di amicizia, mi è venuto naturale passare ai rapporti familiari».

Perché questo titolo?
«“Succede anche nelle migliori famiglie” è una frase che ascoltavo spesso quando ero ragazzino. Lo diceva sempre mia nonna quando accadeva qualche “scandalo” in una famiglia famosa. Era come “’A livella” di Totò che rende tutti uguali: ecco, lo vedi che non sono migliori degli altri? Perché poi, se “l’erba degli altri è sempre più verde”, allora “la famiglia degli altri è sempre più felice”… Ma quando vai a guardare dietro la retorica e il perbenismo, scopri che non è così».

Come descriverebbe la famiglia del film?
«Apparentemente perfetta. Padre celebre medico, madre esemplare, sorella psicologa di successo, fratello stimatissimo avvocato. L’unica pecora nera: io. Preso dall’ansia di prestazione, naufrago sempre nei disastri».

Alessandro Siani: “Col nuovo film torno alla commedia pura”

[…] E la famiglia in cui è cresciuto invece com’era? E lei come si “classificava”? Pecora nera o Numero 1?
«Numero 1 direi proprio di no. Lo shock è arrivato quando mia sorella Sabrina si è laureata. Io sguazzavo felice nella mia incapacità di studiare e lei ha dato questo terribile annuncio. Non volendo mettermi in difficoltà, per un po’ lo ha nascosto, ma poi ha confessato. E allora l’ho seguita. Mi sono iscritto a Scienze politiche».

Buona parte del film si svolge durante un matrimonio. A lei piacciono i matrimoni?
«Sì, ma oggi i matrimoni sono cambiati. Prima per avere l’album delle fotografie bisognava aspettare un anno. Adesso te lo danno subito: dicono che è per la tecnologia digitale, secondo me è perché il fotografo ha paura di arrivare dopo la separazione, e poi non lo pagano. Agli sposi meglio darglielo subito, così almeno 24 ore se lo godono. E i confetti? Prima era facile, dovevi scegliere solo tra due tipi, col cioccolato o con la mandorla. Oggi ci sono 300 gusti diversi. Ci sta pure quello al peperone imbottito».

Lei si è mai esibito a un matrimonio?
«Mi è capitato. Però non lo amavo tanto perché, sinceramente, la cosa principale per gli invitati non era lo spettacolo, ma l’orata al forno. Diciamo che non è esattamente il palcoscenico migliore per esibirsi».

[…] Come mai il film è ambientato in Sicilia?
«Per la sensazione di luce e libertà che mi davano quelle location. Aiutano i personaggi a raccontarsi a briglia sciolta».

Sì, però lei è di Napoli.
«Eh già, e allora tutti si aspettano che i miei film li giri sempre lì. Io invece penso che se uno è napoletano, lo è in tutto il mondo. Anzi, il contrasto renderà le sue caratteristiche ancora più evidenti. Un po’ come Totò e Peppino quando arrivano a Milano in “Totò, Peppino e la… malafemmina”. O come il mio personaggio in “Benvenuti al nord”. Per questo, per esempio, “Il principe abusivo” l’ho girato a Merano».

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