Cerca di regalare sua figlia ai passanti ma nessuno accetta: la uccide gettandola in acqua. Sentiva voci che lo esortavano a rapire un bambino e annegarlo, così un giorno ha ucciso sua figlia di nove mesi lanciandola in un fiume. Le circostanze della morte del bambino sono oggetto di un’inchiesta durata cinque giorni presso la Corte del coroner dello Stato del Nuovo Galles del Sud, in Australia.
I fatti risalgono al 17 novembre 2018, quando il bambino fu gettato in acqua al Jack Evans Boat Harbour a Tweed Heads. Il corpino senza vita fu portato a riva due giorni dopo sulla su una spiaggia. La mattina della sua morte, la polizia aveva scoperto che la bambina e suo fratello indossavano solo i pannolini mentre dormivano all’aperto in un parco a Tweed Heads.
Nessuna condanna
Dalle carte dell’inchiesta, come riporta il Daily Mail, è emerso che la polizia aveva cercato di trasferire la famiglia in un alloggio in una città vicina, ma ritornarono a a casa meno di 12 ore dopo. Nelle ore precedenti la morte della bambina, suo padre cercò due volte di darla ai passanti nel parco. Intorno alle 19:00 l’uomo con la bambina in braccio camminava verso il porto, dove poi ha lanciato la piccola.
L’uomo è affetto da schizofrenia e disturbo da dipendenza da alcol. Inoltre, al momento della morte del bambino, non stava assumendo i farmaci antipsicotici. Anche la madre del bambino aveva avuto in passato episodi di allucinazioni, tendenza religiosa, disturbi dell’umore, episodi maniacali e deliri. Alla fine l’uomo è stato dichiarato incapace di intendere e di volere. La madre della bambina è stata accusata di non aver provveduto alla figlia e di aver causato pericolo di morte, ma anche lei è stata dimessa ai sensi della legge sulla salute mentale.
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