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Chiama il figlio neonato “Metanfetamina” per sfidare l’anagrafe: nome assegnato dal senza possibilità di cambiare

Chiama il figlio neonato “Metanfetamina” per sfidare l’anagrafe: nome assegnato dal senza possibilità di cambiare. Nell’era delle cose ad effetto ad ogni costo, ormai sui docial siamo abituati a vedere e a leggere di tutto. Ad esempio capita di incappare in filmati dove genitori mettono in risalto le qualità dei propri figli piccoli, o di qualcuno che pur di stupire propina loro nomi assurdi.

Il caso in questione, vede protagonista una giornalista, che si è messa ad indagare per capire cosa succede quando l’anagrafe respinge chi vuole dare al figlio un nome fuori dagli schemi. Gli uffici che registrano i nomi dei neonati, infatti, spesso si trovano a dover fermare genitori che hanno scelto nomi troppo particolari per i loro neonati. Basandosi su questo concetto, la nostra protagonista si è presentata negli uffici dell’anagrafe con un nome particolare: “Meth”.

L’inchiesta prende un’altra piega

La cosa buffa è che non aveva alcun figlio, né tanto meno aveva intenzione di dare quel nome al figlio. Ha solo provato a ‘sfidare’ il registro presentando un nome a dir poco ‘strano’. È successo in Australia, dove la donna non si sarebbe mai aspettata che l’anagrafe considerasse valido il nome. La giornalista australiana stava indagando su cosa succede se l’anagrafe ti nega il nome che hai scelto per tuo figlio. Ciò che non si aspettava è che l’amministrazione accettasse il nome “Metanfetamina”.

In seguito a questa notizia, “Cuatro al día” ha ripercorso nel suo programma di mercoledì 20 settembre i nomi più strani che sono stati accettati nei registri civili. Alcuni si riferiscono a personaggi di serie come Khalessi o Goku, e altri diversi come Cesárea, Canuto o Lobo. Nel programma Cuatro hanno intervistare l’avvocato David Gómez, che ha spiegato quali nomi non sarebbero mai stati accettati dall’anagrafe perché “degradanti”. In questi casi il giudice dello stato civile “può cambiare il nome del minore”. ad un altro più appropriato” e che non sia degradante per la minore stessa”, ha espresso l’avvocato a ‘Cuatro al día’.

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