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Spettacolo

Federico Moccia: “Step e Babi? Non è finita. Scamarcio irriconoscente, non lo avrebbero chiamato per altri film”

Federico Moccia: “Step e Babi? Non è finita. Scamarcio irriconoscente, non lo avrebbero chiamato per altri film”. Federico Moccia su Step e Babi, i personaggi del suo libro ‘Tre metri sopra il cielo’, e non solo, lo scrittore parla anche dell’acredine con l’attore Riccardo Scamarcio in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi .

Federico Moccia, Step e Babi non l’hanno mai lasciata.
«Mai. “Tre metri sopra il cielo” è stato appena ristampato in America».

[…] Lei è consapevole che nonostante tutte le altre opere realizzate nel frattempo lei è per tutti quel libro lì?
«Sì, assolutamente e ne sono felice, devo tutto al mio pubblico. Il libro ha venduto cinque milioni di copie, tradotto in sedici Paesi. Ne è stato fatto un film, poi il sequel. E ha avuto un successo internazionale. E dire che tutto è cominciato con le fotocopie».

Le fotocopie?
«Quelle della copisteria di Corso Trieste. I ragazzi delle scuole e dell’università andavano tutti lì a fotocopiare il libro».

Non avevano voglia di comprarlo?
«Non potevano, la casa editrice del libro aveva chiuso. Era una piccola casa editrice di Roma, “Il Ventaglio”, via Cagliari 46. Pubblicava poesie, ha fatto un’eccezione. Non avevo avuto altra scelta. Quando ho scritto “Tre metri sopra il cielo” lo avevo proposto a quasi tutte le case editrici».

E aveva ricevuto indietro tutti no?
«Esattamente. “Il Ventaglio” mi ha fatto pagare tutte le spese di stampa».

Federico Moccia: “Step e Babi? Non è finita”

Poi?
«Ho portato il libro alla libreria di piazza Jacini, conoscevo il proprietario e l’ho convinto a tenere lì qualche copia. Sono finite in un attimo, ma non si poteva più venderne altre. La casa editrice aveva chiuso. Così è cominciata la catena delle fotocopie».

Il film come arriva?
«Un giorno Riccardo Tozzi, il fondatore di Cattleya, era nella copisteria di Corso Trieste. Si è incuriosito vedendo un mucchietto di fotocopie sul banco e sopra quel titolo “Tre metri sopra il cielo”. Ha portato a casa una copia e sua nipote Margherita l’ha vista: “Zio è fichissimo, l’abbiamo letto tutti”, gli ha detto. Il film è nato così».

[…] A proposito di Riccardo Scamarcio: ha detto di essersi pentito di aver recitato nei suoi film. In particolare in «Ho voglia di te», il sequel di «Tre metri sopra il cielo».
«“Ho voglia di te” ha incassato 16 milioni e mezzo. Il dvd di “Tre metri sopra il cielo” è stato il più venduto della Warner. Scamarcio ha cominciato la sua carriera grazie a questi film. Non lo avrebbero chiamato a farne altri senza questa fama».

Cosa vuole dirgli?
«Che mi dispiace che non conosca la riconoscenza. Che avrebbe potuto seguire l’esempio del suo collega spagnolo».

Chi è il suo collega spagnolo?
«Mario Casas, lui fa Step nel film in Spagna e il suo soprannome è Hache. Arrivava alle presentazioni dei film con la moto di Step, vestito come lui. Scamarcio quando le ragazzine lo assediavano entusiaste chiamandolo Step si alterava, rispondeva male: «Sono Scamarcio non Step».

Step e Babi l’abbandoneranno un giorno?
«Veramente sto pensando ad un ulteriore sequel».

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