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Cronaca

Abbandona la chat WhatsApp aziendale: lavoratore licenziato in tronco. Scoppia la bufera con i sindacati

Abbandona la chat WhatsApp aziendale: lavoratore licenziato in tronco. Scoppia la bufera con i sindacati. Lo scorso marzo un’azienda ha rilevato l’appalto per due mense dell’ospedale Puerta del Mar di Cadice. Quando hanno rilevato l’attività, hanno creato un gruppo WhatsApp obbligatorio per tutto il personale. Uno dei lavoratori ha lasciato il gruppo ed è stato licenziato dall’azienda.

A denunciare l’accaduto, ripreso dalla stampa spagnola, è la Confederazione Generale del Lavoro (CGT), che ha diffuso un comunicato stampa in cui spiega che la suddetta società ha utilizzato quel gruppo WhatsApp per effettuare le comunicazioni abituali dell’azienda, nonché per il controllo quotidiano delle attività dei lavoratori. I dipendenti dovevano caricare le foto delle attività svolte durante la giornata.

Il lavoratore ha deciso di lasciare il gruppo perché “era stato aggiunto senza il suo consenso” e lo ha riferito ai responsabili dell’azienda. Ma dopo aver lasciato il gruppo, il dipendente è stato costretto a tornare perché “il gruppo è per tutti”. Pochi giorni dopo, il dipendente è stato convocato a una riunione nella quale si sottolineava l’importanza di essere nel gruppo, oltre a un rimprovero.

La motivazione (assurda)

Il lavoratore si è rifiutato di rientrare nel gruppo giustificandosi “perché il numero di telefono utilizzato era personale e non dell’azienda”. Successivamente la società ha emesso una lettera di licenziamento al lavoratore e la motivazione era la seguente: “A causa della cattiva situazione economica dell’azienda e della necessità di ammortizzare il posto di lavoro”.

La CGT denuncia che questa lettera di licenziamento non aveva ragioni reali o veritiere e ritiene che il datore di lavoro abbia perpretato una “punizione ” al dipendente. Dai sindacati chiedono all’azienda e alla direzione dell’ospedale Puerta del Mar di Cadice di reintegrare immediatamente il dipendente.

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