Antibiotici, allarme Aifa: limitare uso di un tipo, possibili rischi. Monito dell’Agenzia Italiana del Farmaco, in accordo con dall’Agenzia Europea per i Medicinali, sulle prescrizioni degli antibiotici fluorochinoloni da parte dei medici. Secondo una nota pubblicata dall’Aifa, i dati relativi a studi recenti hanno evidenziato che gli antibiotici fluorochinoloni “continuano a essere prescritti al di fuori degli usi raccomandati“.
Poiché però “sono associati a reazioni avverse molto rare ma gravi, invalidanti, di lunga durata e potenzialmente irreversibili”, questi medicinali devono essere prescritti “solo nelle indicazioni approvate e dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi sul singolo paziente”.
L’Agenzia Europea per i Medicinali ha emesso una forte raccomandazione per limitare l’uso dei fluorochinoloni (come ciprofloxacina, delafloxacina, levofloxacina, lomefloxacina, moxifloxacina, norfloxacina, ofloxacina, pefloxacina, prulifloxacina, rufloxacina) a utilizzi sistemici ed inalatori. Questa raccomandazione è stata formulata a seguito di una revisione del rischio di gravi e durature reazioni avverse che possono avere un impatto invalidante e potenzialmente irreversibile sul sistema muscoloscheletrico e nervoso.
Rischi reazioni avverse
Tra le possibili reazioni avverse gravi associate a questi farmaci vi sono tendinite, rottura del tendine, dolore agli arti, difficoltà nella deambulazione, neuropatie, depressione, stanchezza, compromissione della memoria, allucinazioni, psicosi, disturbi del sonno e disturbi sensoriali. Pertanto, non devono essere prescritti a pazienti che hanno già manifestato reazioni avverse gravi a un antibiotico della classe dei chinoloni, né a pazienti con infezioni non gravi come faringiti, tonsilliti e bronchiti acute.
Inoltre, non devono essere utilizzati per infezioni di lieve o moderata entità, come cistiti non complicate, esacerbazioni di bronchite cronica, rinosinusite batterica acuta e otite media acuta, a meno che gli altri antibiotici raccomandati per tali infezioni siano considerati inappropriati. Non devono neanche essere impiegati per la prevenzione della diarrea del viaggiatore o delle infezioni ricorrenti del tratto urinario inferiore.
È importante sottolineare che i danni ai tendini possono manifestarsi entro 48 ore dal trattamento o anche diversi mesi dopo la sospensione del farmaco. Inoltre, il rischio di tali danni è maggiore nei pazienti trattati con corticosteroidi, negli anziani, nelle persone con insufficienza renale o che hanno subito un trapianto.
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