Russiagate, Flynn ha deciso di collaborare con l’Fbi. Trump trema
Ed ora Trump trema davvero. Dalle ultime indagini dell’Fbi si è accertato che Michael Flynn, ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente, avrebbe reso “volontariamente e consapevolmente” una serie di “dichiarazioni false, fittizie e fraudolente” in merito alle sue conversazioni con l’ex ambasciatore russo a Washington, Sergei Kislyak.
Per questo il procuratore speciale che indaga sul Russiagate, Robert Mueller, ha incriminato l’ex consigliere che avrebbe deciso di patteggiare e collaborare attivamente con L’Fbi.
Ed ora, ad un anno dall’insediamento alla Casa Bianca, Trump rischia davvero grosso, una valanga che potrebbe travolgere seriamente lui e la sua famiglia. Il presidente americano viene descritto in queste ore come un leone in gabbia, frustrato ma anche furibondo, incontenibile nei suoi scatti d’ira, tenuto a bada a stento dai suoi più stretti collaboratori che temono ‘uscite’ poco ortodosse su Twitter o con i giornalisti che assediano la Casa Bianca.
Quello che più preoccupa la Casa Bianca e’ che l’ex consigliere per la sicurezza nazionale si sarebbe detto pronto a testimoniare contro il presidente. E secondo alcune fonti avrebbe già spiegato agli investigatori che l’incarico di contattare il diplomatico moscovita arrivò direttamente da alcuni responsabili della squadra di Trump, durante il periodo di transizione dalla presidenza Obama a quella del tycoon.
Michael Flynn da uno dei più stretti collaboratori del Trump, si è trasformato nel suo peggior incubo, anche perchè pare abbia già dichiarato all’Fbi di aver agito d’intesa con Kushner, genero del Presidente.
La valanga potrebbe travolgere anche altri membri della famiglia Trump, oltre Kushner già nel mirino dell’Fbi, anche Donald Jr, il figlio maggiore del Presidente di cui si è fatto il nome negli incontri con l’ambasciatore russo in almeno un paio di occasioni. Nel primo incontro con il diplomatico russo l’ex consigliere per la sicurezza nazionale avrebbe fatto pressioni perché Mosca aiutasse gli Usa e Israele ad ‘uccidere’ in Consiglio di sicurezza una risoluzione di condanna degli insediamenti in territorio palestinese. Sarebbe stato il premier israeliano Benyamin Netanyahu a chiedere a Trump di fare un’azione di lobby presso il Cremlino. Nella seconda conversazione finita nel mirino del procuratore speciale Robert Mueller, Flynn avrebbe invece discusso con l’ambasciatore russo delle sanzioni americane a Mosca.
Aggiungi Commento