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Cronaca

Messina Denaro, arrestata coppia per favoreggiamento: una foto incastra marito e moglie

Messina Denaro, arrestata coppia per favoreggiamento: una foto incastra marito e moglie. Continuano le indagini sulla rete che ha protetto la latitanza di Matteo Messina Denaro. Ancora due arresti legati al boss nell’ambito delle indagini sui fiancheggiatori. A finire in manette Emanuele Bonafede, nipote di Leonardo, boss di Campobello di Mazara, e la moglie Lorena Ninfa Lanceri. La coppia è accusata di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dal metodo mafioso.

A incastrare marito e moglie, è stata una foto che ritrae il boss a casa dei due coniugi, mentre fuma un sigaro con in mano un bicchiere da cognac. Lo scatto, nel salotto dell’abitazione, risale a qualche anno fa e mostra solo il corpo dell’allora latitante, al quale è stato appositamente tagliato il volto. La donna, Lorena Lanceri, sarebbe stata molto legata a Matteo Messina Denaro, secondo quanto emerge dall’inchiesta dei carabinieri del Ros, che hanno portato lei e il marito in cella. I militari hanno trovato numerosi riscontri del rapporto tra il boss e la Lanceri. Messina Denaro, per nasconderne la vera identità, la chiamava Diletta.

Matteo Messina Denaro, arrestata coppia per favoreggiamento

Secondo quanto emerso dalle indagini della Dda di Palermo, Bonafede e la moglie erano nella cerchia più stretta dei favoreggiatori del boss. I due lo ospitavano nella loro casa, cucinavano per lui, erano un punto di riferimento per sbrigare le sue faccende quotidiane. Inoltre, sempre secondo gli investigatori, i coniugi fornivano appoggio durante la convalescenza dagli interventi chirurgici effettuati per rimuovere i due tumori. Emanuele è il cugino di Andrea Bonafede, l’uomo arrestato per aver ceduto la sua identità al superlatitante

Matteo Messina Denaro entrava e usciva indisturbato dall’abitazione della coppia grazie ai controlli dei Bonafede sull’eventuale presenza in zona delle forze dell’ordine. La Lanceri era, secondo gli inquirenti, inserita nel circuito di comunicazioni che ha consentito all’ex latitante di mantenere contatti con alcune persone a lui particolarmente care.

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