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Spettacolo

Vessicchio: “Rai? Siamo in causa. Un spetto di Sanremo mi ha colpito. Nessun brano in gara, il resto è un mistero”

Vessicchio: “Rai? Siamo in causa. Un spetto di Sanremo mi ha colpito. Nessun brano in gara, il resto è un mistero”. Beppe Vessicchio, la Rai con la quale è in causa e non solo, il direttore d’orchestra napoletano, 66 anni, senza peli sulla lingua in una intervista a ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Ci sarà quest’anno a Sanremo?
«No. Non sarò nei brani in gara, per il resto è un mistero».

Com’è stato incontrare tutti i cantanti nella frenesia del pre-Festival?
«Quando mi è stato proposto mi è sembrata un’occasione unica, di solito non succede. Ogni anno conoscevo solo l’entourage e i ritmi delle persone con cui collaboravo. Di quello che facevano gli altri non sapevo niente. È come vedere il festival attraverso gli occhi di chi partecipa. E nel momento migliore: l’attesa».

C’è qualcuno che le ha rapito il cuore?
«Mi ha colpito questa nuova onda di cantautori, di quanto siano sentiti e vissuti i loro testi. Come una sorta di nuovo realismo. Raccontano il disagio più delle volte. Tanto che ad un certo punto ho pensato: “Accidenti quanti problemi”. Ma tutti mi hanno risposto che dietro quelle frasi forti e crude ci sta sempre la tenerezza di chi comincia una nuova strada e spera che vada bene».

Negli ultimi anni lei è diventato una sorta di fenomeno pop tra i giovani che guardano Sanremo. Cosa ne pensa?
«È inspiegabile. Io mi diverto a Sanremo perché ho meno responsabilità di chi calca il palcoscenico con il microfono. Ci sono tornato 26 volte. Io sono innamorato della musica, in tutte le sue forme. È un privilegio della Terra, senza l’aria non c’è suono. Per ora sembra che il nostro pianeta sia l’unico a goderne. Probabilmente questa visione giocosa del mio personaggio è il modo in cui gli altri interpretano questo mio amore».

Vessicchio: “Rai? Siamo in causa”

Come si è trovato con la direzione di Amadeus?
«La partecipazione del pubblico giovane è stata interpretata in modo impeccabile da Amadeus. È uno che è sereno con tutte le fasce di età, non ha messo la distanza. Penso sia l’artefice di un cambiamento, ha capito che qualcosa doveva cambiare. Attenzione però. Spesso nei cambiamenti si perde una parte di pubblico. Spero che lui riesca a mantenere un collegamento con tutto ciò che ci ha preceduto».

E i rapporti con Rai come sono?
«Freddi. Siamo in causa. Il giudice ci dirà qualcosa tra non molto. Se esiste una vertenza giudiziaria non può esserci un contratto. Può immaginare cosa significhi. Sto già pagando la mia pena.»

L’aneddoto preferito tra le notti sanremesi?
«Mi piace raccontare di quando ho accompagnato a Sanremo la Piccola Orchestra Avion Travel che vinse il festival del 2000. Quella notte, dopo conferenze, foto, interviste, li aspettavano al teatro a ritirare i loro strumenti. Io, in smoking da direttore l’orchestra alle 4 di mattina, li ho aiutati a caricare tutto sul furgone. Sul sedile del passeggero, il trofeo della Canzone italiana. Sorpresa finale? Il van non partiva. Immagini noi in abito da sera a spingere il furgone per le vie di Sanremo. Bellissimo».

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