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Kate Blanchett: ” Con Tár ho coronato un sogno. Carriera? Ho fatto scelte terribili ma non basata su un piano precostituito”

Kate Blanchett: ” Con Tár ho coronato un sogno. Carriera? Ho fatto scelte terribili ma non basata su un piano precostituito”. Kate Blanchett su Tár e non solo, l’attrice statunitense, 53 anni, parla tra le altre cose del film di Todd Field che prende il titolo dal nome della sua protagonista In una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

In passato ha portato sul palcoscenico Hedda Gabler. Un’altra antieroina con un sistema di valori alternativo a quello corrente. In un film come questo, radicato nel qui e ora, meToo, cancel culture, volevate parlare del cambiamento dei valori in corso?
“Questo film parla di dualità, per creare qualcosa spesso devi distruggere. Parla del calderone del processo creativo. Hedda Gabler dà letteralmente fuoco alle cose che ama di più, distrugge ciò che la circonda, e in questo forse ricorda il potere distruttivo degli artisti. Ma non abbiamo fatto un film politico, proviamo a introdurre sfumature in un momento in cui la conversazione è tutta in bianco e nero”.

Kate Blanchett: ” Con Tár ho coronato un sogno”

[…] La questione se un artista vada giudicato solo in quanto tale o anche in relazione alle scelte personali è eterna. Lei si è appena spesa nella campagna contro le condanne a morte in Iran. Come sceglie il terreno su cui impegnarsi pubblicamente?
“I giovani iraniani tengono in vita i nomi delle persone giustiziate perché non scompaiano, restino tra noi come esseri umani, non diventino numeri o statistiche. Un’amica iraniana mi ha chiesto di partecipare, ho seguito le sue indicazioni. In questo mondo tutti abbiamo un tempo contingentato di attenzione pubblica e possiamo decidere come usarlo: vendere lingerie o parlare degli abusi che avvengono ogni giorno in Iran. Non lo dico in maniera sprezzante, ma è così: dobbiamo scegliere”.

La sua parabola, diversamente da Tár, non conosce cadute. Ha sempre saputo quello che voleva? L’ha preordinato?
“Non credo di aver pensato coscientemente che il mestiere di attrice avrebbe potuto essere la mia vita. Sono una persona giocosa, mi è sempre piaciuto il gioco della recitazione, lavoravo in teatro e mi andava bene, non pensavo che avrei mai fatto un film. Poi, arrivata ai 35 mi sono detta: «Probabilmente ho ancora 5 anni davanti a me al cinema, poi tornerò al teatro e sarà bellissimo». E invece eccomi qui: senza un grande disegno o una meta, accettando un passo alla volta quello che la vita mi proponeva, ruoli che altre rifiutavano, ruoli piccoli, ma mi dicevo: «Quello è un regista interessante, non mi importa che sia secondario». Ho fatto una carriera che è la mia, con scelte buone, altre così così e anche terribili, ma certamente non si è mai basata su un piano precostituito. Con questo film ho coronato il mio sogno più ambizioso, ho imparato a suonare Bach, a parlare il tedesco, a dirigere un’orchestra. Dieci anni fa non mi aspettavo di continuare, ma 25 anni fa nemmeno mi aspettavo di cominciare!”.

Kate Blanchett: ” Carriera? Ho fatto scelte terribili ma non basata su un piano precostituito”

Si divide tra l’Europa dove vive, in Inghilterra, l’America dove lavora e il suo Paese. Come si vive a cavallo dei confini?
“Tár è un caso speciale, è un film americano, ma ha la sensibilità di un film europeo. Scritto e diretto dal regista più bravo e meno celebrato che l’America abbia (l’ultimo film di Todd Field risale a 16 anni fa, ndr). Todd ha scelto di ambientarlo in Europa perché voleva legare la sua riflessione alle grandi narrative classiche del vecchio continente, sempre più di nicchia con la nuova cultura pop che prende il sopravvento. C’è una tensione tra questi due mondi. Ma non devi essere europeo, americano o venire dagli antipodi come me per capire quello che dice, è il potere della grandi narrazioni, e del cinema che riesce a esser rilevante in culture diverse. Quando andavo a scuola, l’unico desiderio che esprimevo era: «Voglio viaggiare per lavoro». Quello m’è riuscito”.

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