Frank Matano: “Italia campione nel 2006 mi ha fatto trovare lavoro in Usa. Con Brosio mi sono sentito una m….”. Frank Matano e l’Italia campione del mondo nel 2006, l’attore e comico racconta, tra le altre cose, un curioso retroscena legato a quella vittoria in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Padre italiano e madre statunitense, lei è cresciuto in provincia di Caserta ma dai 15 ai 18 anni ha vissuto negli Stati Uniti.
«Sono arrivato in America nel 2006 e la vittoria dell’Italia ai Mondiali fu fondamentale per integrarmi. Cercavo un lavoretto da fare per guadagnare qualcosa e il fatto che fossi italiano me l’ha fatto trovare subito. La mia tattica era di partire dal ristorante migliore della città per andare giù giù verso il peggior fast food. Mi presento subito nel posto più figo e all’ingresso c’è un signore messicano, uno dei manager, che indossa la maglietta di Luca Toni. I’m looking for a job. Ok, inizi domani, sei italiano, l’Italia ai Mondiali mi ha fatto impazzire».
La scuola com’era?
«Non andavo né bene né male ma avevo l’obbligo di studiare una lingua straniera. Io sono cittadino americano e ovviamente scelsi italiano. Mi sentivo Rain Man perché i compiti in classe erano tipo: completa la frase aggiungendo l’articolo determinativo, tutti mettevano “il” radio, io scrivevo “la” radio ed ero considerato un genio. Ho partecipato a un concorso interstatale, ho vinto 300 dollari arrivando primo nel Rhode Island e secondo in tutti gli Stati Uniti».
L’ironia per lei funzionava da acceleratore per l’integrazione o da compensazione per l’esclusione?
«Chi decide di fare il comico lo fa perché non si sente completamente a suo agio nelle situazioni sociali e quindi deve sviluppare un radar, una specie di termometro che misura la conversazione a cui sta partecipando. La comicità è una risposta alla paura, può essere anche terapeutica, ti obbliga a pensare alla realtà che ti circonda e a cercare un punto di vista diverso».
Frank Matano: “Italia campione nel 2006 mi ha fatto trovare lavoro in Usa”
[…] Ha iniziato con gli scherzi telefonici postati su YouTube. Uno scherzo di cui si è vergognato?
«A un centro di assistenza per computer. Facevo finta di essere un anziano, dicevo che stava per arrivare mia moglie e che non riuscivo a bloccare dei video che mi si aprivano automaticamente. In sottofondo si sentivano suoni pornografici, era divertente, ma ho fatto perdere una marea di tempo a quel poveraccio che stava lavorando».
Per «Le Iene» fece credere al devotissimo Paolo Brosio di aver parlato al telefono con Papa Francesco. Non si è sentito da schifo?
«Sì, mi sono sentito una merda, mi è dispiaciuto. Ma c’è stato il lieto fine perché il Papa ha visto lo scherzo e l’ha incontrato davvero».
La faccia tosta da dove le viene?
«Sono molto timido e da ragazzo lo ero ancora di più. Ma se sei molto appassionato a qualcosa è più facile che tu esca dalla tua comfort zone, quindi mi diverte sempre moltissimo l’idea di quello che sto per fare, ma non è detto che mi senta completamente a mio agio nel farlo, soprattutto nel caso delle candid camera. Il divertimento però supera la vergogna».
[…] Gli incontri della sua vita da incorniciare?
«Mi sento fortunato a fare questo mestiere perché mi ha dato la possibilità di poter andare a cena con alcune delle persone più divertenti della nazione: Bisio, Abatantuono, Lillo, Maccio, Elio… Ma un incontro che mi ha emozionato tanto è stato quello con Spielberg. Prima dell’intervista siamo rimasti da soli in una stanza per 20 minuti, non sapevo cosa dirgli e ho preso spunto dai poster dei film che erano appesi sul muro. Come prima domanda gli ho chiesto di Shining di Kubrick… Non il massimo. Mi è andata bene perché anche se non era un film suo era andato sul quel set».
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