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Spettacolo

Tananai: “Mentana la mia passione. Rave? Spazi da difendere. In amore, io e Ariete sguazziamo nel tormento”

Tananai: “Mentana la mia passione. Rave? Spazi da difendere. In amore, io e Ariete sguazziamo nel tormento”. Tananai su Mentana e non solo, il cantautore milanese, 27 anni, parla tra le altre cose del suo ultimo lavoro discografico “Rave, eclissi”, in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Un album così, Tananai, non ce lo si aspettava.
«Perché? È brutto? (ride)».

No, anzi. Più che altro, viene da chiedersi come mai i nuovi brani siano così malinconici nel momento
più felice della sua carriera.
«Ho lasciato come al solito che le cose accadessero senza pensarci troppo. Da fuori un successo esplosivo come il mio appare bello sempre. È così in effetti, tranne però quando poi finisci di fare le tue cose e chiudi la porta del tuo appartamento. In casa il tuo successo non entra. Lì sono quello prima di Sanremo, con la mia vita e i miei problemi».

Si sta allontanando dall’immagine festaiola di Tananai?
«No, anzi. Sono tornato a essere quello che sono sempre stato, cioè un po’ allegro e un po’ no. Qualche anno fa ho pubblicato una piccola raccolta di brani, “Piccoli boati”. Lì c’è già quella parte di me più profonda. In fondo sono un po’ oscuro e un po’ scintillante, un po’ eclissi e un po’ rave».

A proposito di rave, questo genere di eventi sono oggetto di dibattito nelle ultime settimane. Sembra si voglia in qualche modo arginarle. Lei cosa ne pensa?
«Non sono un sostenitore delle feste illegali, questo è certo, ma io i rave li ho fatti e considero rave ogni ritrovo di persone, o di amici, dove si ascolta musica per la quale non si paga e non si è selezionati all’ingresso. Possiamo discutere cosa succede poi all’interno, ma di una cosa bisogna parlare, innanzitutto».

Di cosa?
«Del fatto che spazi come questi servono per sentirsi per qualche ora liberi in un mondo che li giudica e li opprime. Avere la possibilità di essere se stessi anche fuori da quei contesti è ciò di cui bisogna occuparsi, ancor prima che dei rave».

Nel brano che dà il titolo al disco cita una parte della melodia di “Concertino a quattro zampe” dalla colonna sonora de “Gli Aristogatti”. Perché?
«Mi è capitato di rivedere da poco il lungometraggio e mi ha ipnotizzato quella ninna nanna».

Tananai: “Mentana la mia passione guardo solo lui”

Tananai ama le ninne nanne? Lei mi sconvolge.
«In realtà in passato le ho odiate. Da piccolissimo impedivo a mia madre di cantarmele perché le trovavo tristi, a tal punto da mandarla via dalla stanza. Mi facevano addormentare pieno di malinconia e mi facevano svegliare ancora peggio».

Ha superato questa cosa?
«Crescendo ho chiesto a mamma di cantamele da sveglio quelle canzoni. Ho capito che lasciarmi andare mi faceva paura. Non è un caso che questo brano così, oggi, sia dedicato alla mia ragazza».

È solo fan dei cartoni Disney o in tv guarda anche altro?
«Sono sincero, guardo pochissimo la tv e quando la accendo, vedo solo lui».

Gli Aristogatti?
«No, Enrico Mentana! Per qualche verso lo sento molto simile a me. È spontaneo, inesauribile e ha un modo di raccontare quello che succede attorno a lui molto originale. Ha presente quando muove la schiena all’indietro? Mi fa impazzire! Non mi perdo nemmeno una delle sue maratone. Quelli, ai miei occhi, sono i suoi rave».

Invece che somiglianze ci sono con Ariete, l’unica artista con cui ha collaborato nel disco?
«In amore, sguazziamo nel tormento».

E nel tormento, le capita spesso di piangere?
«Non riesco proprio a piangere. Magari soffro un casino, ma tengo tutto dentro. Non esce nemmeno una lacrima».

Quand’è stata l’ultima volta che ha pianto?
«Oddio… forse durante un concerto in estate cantando una mia vecchia canzone, “Volersi male”. Cantandola è come se avessi capito per la prima volta il dolore che racconto».

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