C’è un tipo di birra che riduce il rischio Alzheimer: lo studio. Secondo uno studio, pubblicato sulla rivista ACS Chemical Neuroscience, le birre luppolate possono ridurre il rischio di demenza. Tutte le birre sono prodotte utilizzando estratti di fiori di luppolo, che contengono antiossidanti naturali che si ritiene proteggano le cellule del corpo. I prodotti chimici che conferiscono il sapore amarosrico, impediscono l’accumulo di placche proteiche fortemente legate al morbo di Alzheimer.
Il Tettnang, un tipo di luppolo coltivato in Germania e che si trova nelle lager ambrate e leggere, risulta il migliore per eliminare i grumi di proteine. Ma i ricercatori italiani avvertono che la scoperta non giustifica il consumo eccessivo di più birra poiché, viceversa, l’eccesso di alcol è un enorme fattore di rischio per l’Alzheimer. L’abuso di alcol, ricordiamo, accelera il restringimento della sostanza bianca, che invia segnali tra diverse parti del cervello, portando a problemi cognitivi.
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa incurabile e la forma più comune di demenza. È caratterizzato da livelli anormali di depositi appiccicosi chiamati beta amiloide, una proteina presente in natura. Queste si aggregano e formano placche che si raccolgono tra i neuroni e interrompono la funzione cellulare.
La birra che riduce il rischio Alzheimer: lo studio italiano
I ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca hanno esaminato i “nutraceutici”, alimenti che svolgono una funzione medicinale o nutrizionale. Si sono concentrati sui fiori di luppolo che ricerche precedenti suggerivano potrebbero interferire con l’accumulo di proteine beta amiloidi nel cervello. Il team italiano ha esaminato quattro varietà comuni di luppolo, utilizzando un metodo simile a quello usato dai birrai.
Hanno quindi esposto il luppolo alle proteine amiloidi e alle cellule nervose umane, scoprendo che gli estratti avevano proprietà antiossidanti. Inoltre, sono in grado di bloccare l’aggregazione delle proteine beta-amiloide intorno alle cellule. Gli estratti di luppolo hanno anche innescato processi di rinnovamento chiamati percorsi autofagici, in cui il corpo si scompone e riutilizza le vecchie parti cellulari per aumentare l’efficienza.
Il luppolo più performante è stato il Tettnang, che ha favorito l’eliminazione delle proteine morte. Ciò è dovuto agli alti livelli di polifenoli antiossidanti, presenti anche in frutta, verdura, erbe e spezie, che hanno il più forte effetto medicinale. Secondo i ricercatori, il luppolo, che si trova anche nelle tisane e nelle bibite, potrebbe essere la base per alimenti che ridurranno il rischio di malattie neurodegenerative. La raccomandazione, però, è dovuta: aumentando il consumo di birra si ottiene l’effetto opposto.
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