Dai file su Jfk riemerge la strana morte di Marilyn Monroe
La strana morte di Marilyn Monroe riemerge dai file sull’assassinio di Jfk. Un’altra storia molto cara agli amanti della teoria del complotto: quella secondo cui la morte della diva di Hollywood – il 5 agosto 1962 – sia stato un omicidio mascherato da suicidio. E che dietro ci possano essere i Kennedy. Tra i 2.800 documenti pubblicati dall’amministrazione Trump spunta infatti un memo dell’8 luglio del 1964 scritto dall’allora numero uno dell’Fbi, J.Egdar Hoover. Secondo quanto riferisce l’Ansa, nel rapportino di undici pagine Hoover informava l’allora procuratore generale Robert Kennedy dell’uscita di un libro intitolato ‘The Strange death of Marilyn Monroe’, in cui si sosteneva la tesi di un ‘love affair’ tra lui e Marilyn, definendolo “un segreto ben conosciuto a Hollywood”. Non solo, secondo quanto scritto nel libro Bob Kennedy era nell’abitazione di Marilyn a Brentwood, California, al momento della sua morte, ufficialmente avvenuta per una overdose causata da un eccesso di barbiturici.
Ma fu in seguito provato che Bob quel giorno era a San Francisco con la moglie. Frank Capell – autore noto per le sue posizioni di estrema destra e anticomuniste – era di Staten Island, New York, e fu lui stesso ad informare di persona l’Fbi, recandosi nella sede di Manhattan del bureau investigativo il 2 luglio 1964. L’uscita della pubblicazione – 70 pagine al prezzo di due dollari a copia – avvenne il 10 luglio, due giorni dopo la comunicazione di Hoover. La tesi di fondo sostenuta nel libro è che Marilyn minacciò Bob Kennedy di denunciare la loro relazione se lui non avesse divorziato dalla moglie. Rovinando così le sue aspirazioni presidenziali. Fu così – scrive Capell – che Bob decise di passare “a un’azione drastica”.
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