Michele Bravi: “Zodiaco? Nasce da un esercizio che facciamo tutti. Racconto un momento di serenità”. Michele Bravi su Zodiaco e non solo, il cantautore perugino, 27 anni, parla del suo nuovo singolo estivo rivelando alcuni retroscena in una intervista a ‘TV Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Sono passati alcuni mesi dall’esperienza sul palco dell’Ariston, che ricordi hai?
«Sanremo è un momento di realizzazione professionale, avere la fortuna di esibire il proprio lavoro davanti alla platea più grande d’Italia è sempre incredibile. Quest’anno me lo sono vissuto con un grande senso di gratitudine, gioia e leggerezza: tornare ad avere il pubblico in sala e cantare con l’orchestra è stato davvero bello».
Poi sono arrivati i concerti nei teatri.
«Il palcoscenico è il luogo dove descrivi il tuo senso di evoluzione. Negli anni ho imparato ad accettare tante cose di me. Ho introdotto nella mia musica anche la letteratura, il cinema o la mia vena ironica, che mi accompagna nella vita di tutti i giorni e si affianca alla drammaticità con cui nascono i brani».
Michele Bravi: “Zodiaco? Nasce da un esercizio che facciamo tutti”
[…] Siamo venuti a vederti al Teatro Arcimboldi di Milano e proprio in quell’occasione hai presentato dal vivo il nuovo singolo estivo “Zodiaco”. Come è nato?
«Per un’esigenza di live, avevo bisogno di un momento disteso che potesse accompagnare quella fase dello show. Nasce da un esercizio che facciamo tutti: affidarci alle stelle per capire quello che viviamo tutti i giorni, chi lo fa in maniera più fiduciosa e chi con più ironia. Di solito sono più teatrale e drammatico, con “Zodiaco” avevo bisogno di raccontare questo momento di serenità e concretizzarlo in musica».
Alla scrittura del brano hai lavorato con un team già consolidato, c’è anche Davide Petrella.
«Ho iniziato a collaborare con lui da “Falene”: amo tutta la sua scrittura, vive tra un contesto lirico poetico e urbano. È un modo per avere degli spunti che trovo bellissimi».
È uscito il videoclip di “Zodiaco” e ne hai curato l’editing.
«Proprio per il mio rapporto vivo con il cinema, sono anni che mi monto i video e sono passato di regia. Puoi farlo quando hai una tua squadra di creativi che viaggiano sullo stesso binario, questo ti dà modo di far aderire i progetti audiovisivi alla tua sensibilità musicale. Rientra nel vedere la musica come momento di spettacolo, un’esperienza da regalare al pubblico».
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