Gigliola Cinquetti: “Addio scene? Presi la decisione per un motivo. Ricordo i 3 minuti che mi hanno cambiato la vita”. Gigliola Cinquetti e l’addio alle scene, la cantante veronese, 74 anni, ripercorre le tappe più significative della sua carriera in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Nel 1964 aveva 16 anni e vinse Sanremo con «Non ho l’età». Come fece a non montarsi la testa?
«La testa ce l’avevo già montata di mio, a prescindere».
Gigliola Cinquetti a metà anni Sessanta era già una diva internazionale, due volte vincitrice a Sanremo, trionfatrice all’Eurovision, strattonata dalle tv di mezza Europa.
«In tre minuti è cambiata la mia vita perché da ragazza qualunque sono diventata una piccola celebrità. Me ne sono resa conto subito, proprio lì a Sanremo dopo la prima apparizione in tv: fuori dall’albergo in un attimo fui assalita da una torma di persone. Fu una sorta di aggressione, ai limiti dell’isteria. Pensavo durasse mesi, invece è durata anni».
[…] Dopo Sanremo arrivò prima anche all’Eurovision.
«In poche settimane vinsi Castrocaro, Sanremo, poi mi chiamarono a cantare all’Olympia di Parigi, tutto il giorno alle Galeries Lafayette suonavano la mia canzone, mi esibii alla tv tedesca: ero già una cantante internazionale, l’Eurovision fu quasi la naturale conseguenza, non c’era più da stupirsi di niente. Non ho l’età fu un successo davvero globale, i miei dischi sono arrivati anche a Kinshasa».
Gigliola Cinquetti: “Addio scene? Presi la decisione per un motivo”
Nel 1966 altra vittoria a Sanremo con «Dio, come ti amo» in coppia con Modugno.
«Fu un riconoscimento entusiasmante perché fu una scelta esclusivamente di Mimmo. Mi chiese di incontrarlo e di ascoltare questa canzone da soli in una stanza, prese la chitarra e me la cantò. Io ero una bambina che leggeva tanti libri d’avventura e sognavo una vita di avventure. La sua musica per me rappresentava quel mondo di avventura che avevo sognato da bambina».
[…] Poi, nel pieno successo, lasciò la musica per dedicarsi alla famiglia.
«Sono stata per 15 anni con la valigia in mano, ricordo ancora la fatica e l’intensità di quelle esperienze. Ma quando mi sono sposata nel 1979 e ho fatto due figli mi sono detta che non potevo continuare ad andare in giro per il mondo. Soprattutto non volevo. Volevo godermi la vita. Lavorando e basta tutto ti passa davanti, un giorno sei qua, un altro là, non costruisci niente per te. Io invece volevo costruire, volevo divertirmi, volevo godere la mia vita. Era uno spreco vedere posti belli, vivere esperienze intense ma non poterle condividere con nessuno. Il successo è stato un mezzo, non un fine».
Nel giorno della finale, sabato 14, all’Eurovision tornerà a cantare «Non ho l’età».
«La gratitudine per il successo che ho avuto è totale; se non ci fosse stato non avrei questo dono straordinario di cantare un brano dolcissimo che è stato il talismano della mia vita, ogni parola di quel brano l’ho introiettata. E quel successo così trasversale ha finito per legarmi intimamente anche a persone che non conosco personalmente».
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