Roberto Bolle: “Guerra? Pronto ad andare a Kiev se necessario. Non giudico Zacharova per un motivo”. Se ci fossero le condizioni e il presidente Zelensky lo invitasse, Roberto Bolle andrebbe a ballare all’Opera di Kiev. Lo dichiara in un’ampia intervista al settimanale Oggi in edicola nella quale il ballerino italiano più famoso al mondo – dal 18 giugno in tour in Italia con il suo Bolle and Friends – si schiera contro l’invasione russa in Ucraina.
«La libertà per me è un valore incomparabile. Se in questo momento difficile la mia popolarità può aiutare, io ci sono. Faccio quello che posso. Non potrebbe essere altrimenti… Ballare a Kiev per chiedere la fine dell’aggressione? Assolutamente sì»
Sugli atleti e artisti russi esclusi dall’Occidente, dai tour nei teatri a Wimbledon, Roberto Bolle dice: «Non è giusto, ma è necessario. Non è colpa dei singoli se Putin sta portando morte e distruzione. Ma proprio perché quello che fa è folle e inaccettabile, se queste pressioni servono a isolarlo vanno messe in atto». E racconta a Oggi di aver invitato la moglie di Oleksii Potiomkin, primo ballerino a Kiev e oggi combattente, a tenere una masterclass per il suo festival OnDance.
Roberto Bolle: “Guerra? Pronto ad andare a Kiev se necessario”
Nell’intervista a Oggi, Roberto Bolle parla anche di Svetlana Zacharova, la prima ballerina del Bolshoi – ucraina e filo-putiniana – più volte sua partner alla Scala: «Non voglio giudicarla, capisco che per lei sia difficile esporsi, in un regime così autoritario e spietato le ritorsioni possono essere micidiali».
Nell’intervista a Oggi parla anche del suo presente e futuro sul palco: «Col tempo s’impara a seguire il proprio corpo, a non condurlo dove non può andare. Non è facile, ci vuole più cura, più attenzione. Ma danzare mi appaga, sempre».
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