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Lavora cinque ore in un ristorante e viene pagata 10 euro: spiegata la mancanza di mano d’opera

Lavora cinque ore in un ristorante e viene pagata 10 euro: spiegata la mancanza di mano d’opera. Cin la stagione estiva alle porte sono tantissimi, forse tutti, i locali che sono in cerca di stagionali per offrire al meglio i loro servizi ai turisti. E in queste settimane sono tanti i ristoratori apparsi sui quotidiani che lamentano scarsa volontà dei giovani che “preferiscono il reddito di cittadinanza”.

Ovviamente non ci abbiamo mai creduto. Crediamo piuttosto che molti ristoratori in questi anni abbiano sfruttato i lavoratori con paghe basse a fronte di orari improponibili. Come nel caso di una donna di 50 anni di Pietrasanta, che ha ricevuto dieci euro di paga, per cinque ore di lavoro in prova in un ristorante della cittadina della Versilia.

«Pensando fosse la mancia mia madre ha chiesto spiegazioni ma si è sentita dire che quella era la paga per il lavoro in prova. Si è arrabbiata e ha chiesto di parlare al telefono con il marito della proprietaria, il quale ha spiegato che si trattava di un rimborso spese», ha raccontato il figlio a ‘La Nazione’. Un episodio che da un lato riporta alla ribalta la polemica e da un altro conferma I nostri sospetti.

Lavora cinque ore in un ristorante e viene pagata 10 euro

Insomma, sotto accusa finiscono sempre i lavoratori, in particolare i giovani, peggio ancora se percettori del reddito di cittadinanza. Una circostanza, quest’ultima, che ormai sta diventando motivo di discriminazione. Ovviamente non tutti i ristoratori, pre fortuna, hanno questo tipo di mentalità, ma quelli che rendono pubblico il proprio disappunto dovrebbero pubblicare anche l’offerta (vera) che propongono.

Nel caso di Pietrasanta, la donna ha raccontato anche di aver ricevuto una proposta di lavoro che prevedeva un impiego da 8 ore al giorno ricompensate con 30 euro. Il figlio della signora ha poi raccontato come i proprietari abbiano giustificato quei 10 euro come «politica del ristorante», offrendo altri 20 euro per chiuderla lì, «ma non li abbiamo presi: è una vergogna ed è bene che si sappia».

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