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Viaggia per 50 anni in treno senza biglietto: pensionato si pente e fa una curiosa richiesta…

Per 50 anni in treno senza biglietto: la curiosa richiesta del pensionato alle ferrovie svizzere

Giovedì mattina la direzione dei trasporti della rete regionale Berna-Soletta (Rbs) ha ricevuto una lettera decisamente singolare, se non straordinaria. Un viaggiatore che aveva viaggiato più volte sulla linea senza pagare un centesimo vuole risarcire l’azienda, con esattamente mezzo secolo di ritardo.

Per 50 anni ha il furbo, viaggiato a sbafo sul treno dei pendolari e poi si è pentito.

Un uomo, appena andato in pensione, ha confessato di aver utilizzato i treni di quel tragitto, per mezzo secolo, sempre esibendo il medesimo biglietto, acquistato nel 1967 e più volte timbrato. “Sono tormentato dai sensi di colpa e vorrei rimediare al danno che vi ho causato”, ha scritto l’anziano, «reato in prescrizione? Non per me», ed ha richiesto la sua sacrosanta multa: «Vi prego di segnalarmi un conto di riferimento, sono pronto a versarVi qualsivoglia cifra riteniate opportuna».

L’ente ferroviario, tuttavia, ha deciso di graziarlo, per una mera questione contabile. “I libri contabili del 1967 ormai sono chiusi da un bel po’ di tempo”, ha dichiarato, al portale 20 Minuten, il portavoce dell’azienda Caspar Lösche. Il quale ha quindi reso omaggio all’onestà ritrovata di quel viaggiatore abusivo. “Non ci era mai capitato nulla del genere, siamo davvero commossi, vogliamo ringraziarlo per la sua grande onesta!». ha tenuto a precisare.

La morale della favola la spiega il professor Sandro Cattacin, sociologo dell’Università di Ginevra: “In Svizzera c’è un alto tasso di moralità, innanzitutto perché il Paese è ben governato e questo tiene i furbi a distanza”. “Va da sé che è difficile e può creare un tormento interiore, essere amorali in una società ad alto tasso di moralità”. Volendo, invece, condire con un po’ di cinismo questa vicenda zuccherosa, potremmo anche pensare che quel pensionato si è tolto sì un peso dallo stomaco, ben sapendo, però, che mai e poi mai le ferrovie gli avrebbero chiesto di pagare mezzo secolo di biglietti a sbafo.

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