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Irene Ghergo: “Cattiveria? Mondo dello spettacolo ne è pieno, ma travestita così. Star italiane femminucce”

Irene Ghergo: “Cattiveria? Mondo dello spettacolo ne è pieno, ma travestita così. Star italiane femminucce”. Irene Ghergo sulla cattiveria e non solo, l’autrice televisiva romana, 71 anni, rivela alcuni retroscena legati al mondo dello Spettacolo in una intervista al settimanale ‘Chi’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Ghergo, è lei la più cattiva?
«No, non lo sono. Purtroppo, no».

[…] Dunque la cattiveria esiste e resiste?
«Di cattiveria nel mio mondo, il mondo dello spettacolo, ce n’è quanta ne vuole. Ma è tutta travestita da “Amore dove sei? Non sai quanto mi manchi”. È tutta così, avvolta nella melassa, cosa che a me personalmente provoca il mal di pancia. Mentre quelle che appaiono cattive, le belve…».

Che pure è il titolo del programma di Francesca Fagnani…
«Titolo che ho dato io, un imprinting del programma che lei magistralmente conduce. Che poi Francesca è irriverente: che non vuol dire essere cattiva, vuol dire tirarsi fuori dalla melassa dell’ipocrisia. Ipocrisia che, però, in tv ti assicura continuità…».

Ma avere un cattivo – anzi, meglio: una cattiva – in uno show è fondamentale, no?
«Ci vuole uno spirito libero, uno che abbia in sé quel senso di ribellione… Al Grande Fratello abbiamo avuto Katia Ricciarelli, che a noi, che siamo di quella scuola lì, piace molto. Però, è una cifra che ti penalizza. Per quel che riguarda chi vuole fare il mestiere della tv, ecco, si preferisce andare da chi dà garanzia di essere politically correct, da chi non mette a disagio. Quelle come la Fagnani hanno mille difficoltà».

E però le Fagnani, le Bruganelli, le Celentano, ognuna nel suo, le guardi di più…
«Perché mettono il ditino nella piaga».

Irene Ghergo: “Cattiveria? Mondo dello spettacolo ne è pieno”

[…] Perché queste lotte “sorellicide” secondo lei?
«Perché parliamo di femminucce, ma sono anche fratricide: è la competizione. E l’invidia. Noi siamo un Paese di invidiosi: l’invidia per noi è aspirazionale. Comunque, le invidie più grandi che ho visto, le ho viste nel mondo letterario: lì si odiano veramente e profondamente. E si augurano la morte».

[…] In effetti, alla lunga, anche in Via col vento a Melania si preferisce Rossella, no?
«Massì… alle volte può capitare di essere str***a. Che non vuol dire essere sleale, non vuol dire non conoscere la gentilezza (che, tra l’altro, è rarissima, e non c’è quasi più): la gentilezza non è melassa, intendiamoci. Comunque, io sono sempre dalla parte dei cattivi e sono attratta dagli antipatici. Che cosa sarebbe Uomini e donne senza Tina Cipollari? È divertente, è spregiudicata».

Ecco la De Filippi una cattiva ce l’ha in ogni programma.
«Ma lei è sapiente! Se in una conversazione a tavola non hai la cattiveria, la cena diventa di una noia mortale. E Tina è il massimo: mi appare quando l’insonnia ha il sopravvento, è dentro un mondo che si palesa nella notte ed è salvifica. Mi salva persino dalle goccine di psicofarmaco».

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