Gabbani: “Ci vuole un fiore? Mi hanno scelto per un motivo. Ho scoperto una cosa nuova producendo”. Francesco Gabbani su Ci vuole un fiore, il cantante toscano conduce su Rai1 una serata speciale dedicata ad ambiente e sostenibilità, ne parla in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Come è nato questo progetto?
«Ho accettato un ruolo per me davvero nuovo soprattutto per il tema, perché sento molto la necessità che tutti prendano consapevolezza dei problemi legati all’ambiente, senza aspettare oltre».
Quanto sei sensibile all’argomento?
«Mi hanno scelto non solo per le mie capacità comunicative in chiave pop. Io sono una persona “green” in modo naturale, sono nato e cresciuto vicino a Carrara in un territorio molto verde, che ha mare e montagne, luoghi che ho sempre frequentato. E sono molto attento a ogni cosa, ma purtroppo continuo ad arrabbiarmi quando vedo persone che con noncuranza buttano lattine fuori dal finestrino della macchina. Capita ancora, ahimè».
Qual è il tuo ruolo nello show?
«Mi sono occupato di scrivere i testi, ma sul palco non sono un “indottrinatore”, non è da me. Imparo insieme con il pubblico, traducendo i concetti in modo pratico: avverto l’urgenza di cambiare le abitudini e di farlo con un tono spontaneo. Per la conduzione più “classica” vengo supportato da Francesca Fialdini, che porta la sua esperienza televisiva. E io mi esibisco anche come performer, molti temi passeranno dal racconto musicale».
Gabbani: “Ci vuole un fiore? Mi hanno scelto per un motivo”
[…] Ci sono ospiti che mi puoi anticipare?
«Ci sono nomi della scena musicale di ogni età e genere, in modo da raggiungere tutti: saremo trasversali. Qualche esempio: Massimo Ranieri e Ornella Vanoni. Con i cantanti faremo un mix tra i brani di ognuno di noi e tributi ad artisti che sono stati precursori del tema in tempi non sospetti. Nell’ambito scientifico ci sono invece Stefano Mancuso, botanico, e Carlo Cottarelli che parlerà dell’economia green ma… con una sorpresa: farò fare a Cottarelli cose che non gli avete mai visto fare! Cerchiamo sempre di unire spensieratezza e voci scientifiche autorevoli. L’aria sarà leggera, che è quello che sono io».
Come ti senti in questa veste?
«Ho un approccio serio vista la responsabilità, ma trasmetto un’energia positiva. Mi approccio con l’entusiasmo del principiante».
[…] Il titolo è “Ci vuole un fiore”: da dove viene?
«Dalla canzone di Sergio Endrigo: nella sua semplicità fiabesca ha un significato enorme che va oltre il tema del green, è un approccio al rispetto degli altri e della vita su questo pianeta. Ha un valore molto importante e riassume tutto il concetto».
Hai scoperto cose nuove costruendo lo show?
«Assolutamente! Ho scoperto che le piante producono dei suoni: ci sono scienziati che li campionano. L’idea è di “cantare” dei brani insieme con le piante. E poi ho imparato che la plastica in bottiglie non va accartocciata ma schiacciata piatta per renderla affine ai macchinari di riciclo».
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