Andrea Roncato: “Io latino lover? Basta con questa storia! Avrei potuto essere ricco ma i soldi li ho usati anche per aiutare i poveri”. Andrea Roncato latino lover? L’attore smentisce il mito che lo ha accompagnato in questi anni e parla della comicità di ieri e di oggi in una intervista all’edizione bolognese de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] Ha ancora voglia di strappare un sorriso al pubblico?
«Sempre. Ai tempi dei primi spettacoli a teatro con Gigi non esistevano i selfie e allora distribuivamo una cartolina su cui c’era scritto “Ridere fa bene alla vita” e ne sono ancora convinto. A volte si fa fatica, a maggior ragione quando uscendo da una pandemia arriva il dramma di una guerra, ma i sorrisi nascono anche dalla capacità di superare i problemi. Quelli che non facciamo oggi, speriamo di farli domani».
Come è cambiata la comicità oggi?
«La comicità è una dote innata, come l’intonazione. I tempi comici di Renato Pozzetto che faceva ridere senza neanche pronunciare una battuta erano straordinari. Oggi invece si cerca troppo spesso di forzare la risata, confondendo il senso del comico con il ridicolo. Se vesto Pippo Baudo da Minnie ti faccio ridere perché è una scena ridicola ma non sto facendo comicità. Molti mi chiedono i sequel di alcuni film come “Acapulco, prima spiaggia…a sinistra” o “Mezzo destro mezzo sinistro” ma oggi sarei ridicolo».
Andrea Roncato: “Io latino lover? Basta con questa storia!”
Quale consiglio darebbe alle nuove leve?
«Uscire dal proprio personaggio e diventare attori. Gigi e Andrea portavano al cinema quello che erano e infatti abbiamo smesso per non fare sempre lo stesso film. In seguito ho iniziato a lavorare con registi come Avati e Virzì, interpretando ruoli diversi da me stesso. Amo Checco Zalone ma anche lui interpreta se stesso, il modello da seguire è Carlo Verdone che dopo gli esordi ha esplorato altri ruoli passando anche alla regia».
[…] Ha qualche rimpianto professionale?
«L’importante è avere progetti per il futuro. I sogni se restano nel cassetto fanno la muffa. Dico sempre ai giovani di seguire i propri sogni anche quando i primi non si avverano, perché prima o poi accade e ti ripaga di tutta la fatica. C’è una frase con cui ho celebrato il mio compleanno: “Il passato è nei nostri ricordi, il futuro nei nostri sogni, il presente è un regalo”. Mi sembra un bel messaggio».
Quali sono i suoi prossimi progetti?
«Il grande sogno è la regia di una storia sugli animali. I prossimi mesi mi vedranno al cinema con tre film che ho girato in Emilia Romagna l’anno scorso. “Evelyne tra le nuvole” nel reggiano, “Vecchie canaglie” vicino a Bologna con Lino Banfi che presenterò anche in città a inizio maggio e “La California” a Sant’Agata che è l’ultimo film con la grande Piera degli Esposti in cui sentiremo ancora la sua voce. Sono tre pellicole con una forte componente femminile a partire dalla regia. Però vorrei sfatare un mito».
Andrea Roncato: “Io latino lover? Voglio sfatare il mito”
Prego.
«Il pubblico ha ancora lo stereotipo di Andrea Roncato grande conquistatore. Con alcune donne ci ho provato e alcune ci sono state ma non ho più conquiste di chiunque altro. Bisogna scindere il personaggio dall’interprete. Sono molto felice di lavorare con le donne perché hanno una sensibilità in più, possono fare grandi cose».
[…] Invece i social offrono immagini sempre più artificiali.
«Rispetto agli Anni 80 e 90 magari ci sono meno soldi ma anche meno voglia di vivere davvero. Abbiamo perso contatto con la realtà e preferiamo stare a casa davanti a uno smartphone che propone bellezze tutte uguali, standardizzate dai filtri o dal chirurgo. Ricordo invece che con Gigi facevamo cinque serate a settimana in discoteche con cinquemila spettatori anche al martedì. Ora sarebbe impensabile».
Sui social lei è molto attento alla difesa degli animali: come nasce questo suo interesse?
«Sono una persona debole e voglio aiutare chi è più debole di me: anziani, malati, bambini e animali. Avrei potuto essere molto ricco se non avessi voluto sempre condividere qualcosa con chi era meno fortunato, ma non avrei potuto stare bene in mezzo a gente che stava male. La passione per gli animali nasce da lontano visto che da bambino andavo spesso in campagna dai nonni. Poi negli anni del grande successo sono diventato menefreghista, avevo un bellissimo cane che lasciavo però sempre ad altre persone e un giorno morì. Mi feci schifo e capii in un istante tutti i miei errori, decidendo di cambiare rotta ma con il rimpianto per quelle carezze che non gli avevo dato. Bisogna avere rispetto degli esseri viventi che si legano alle nostre vite».
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