Uccide e sotterra 9 inquilini in guardino: proprietaria di una pensione incassava gli assegni delle vittime. La raccapricciante storia arriva da Sacramento, nello Stato americano della California. Qui una anziana proprietaria di una pensione, apparentemente dolce e accogliente, si è scoperta essere una serial killer. La dolce “nonnina”, così si faceva chiamare, tra il 1982 e 1989 ha ucciso 9 persone che ha poi seppellito nella sua proprietà.
Dorothea Puente, questo il nome della serial killer, ha continuato ad incassare gli assegni della previdenza sociale delle sue vittime. A riportare la notizia è ‘The Sun’, secondo cui a far emergere l’agghiacciante modus operandi, è stata un’assistente sociale, Judy Moise, quando ha deciso di denunciare l’assenza di un inquilino. Moise su è insospettito quando l’anziana ha detto che l’uomo era partito per una vacanza in Messico con suo fratello.
L’assistente sociale sapeva infatti che il suo assistito non parlava con la sua famiglia. A darle la conferma che qualcosa non andasse, è stato un altro ospite quando le ha riferito che la padrona di casa scavava tante buche. Così la donna decide così di informare la Polizia che però da una prima perquisizione non trova niente e chiede il permesso di fare dei controlli in giardino.
Uccide e sotterra 9 inquilini in guardino: la storia di Dorothea Puente
Da qui è emerso tutto. Quando gli agenti hanno smosso il terreno hanno trovato un vero e proprio cimitero con sei corpi sepolti. Ma altri 3 che sono stati attribuiti alla donna mancano ancora all’appello. In tutto la donna è stata accusata di nove omicidi. Una storia agghiacciante ricostruita da una mini serie tv Netflix (Worst Roommate Ever), dove a raccontare i fatti sono alcuni dei veri protagonisti della vicenda.
Nella docu-serie il poliziotto che ha interrogato la serial killer la ricorda come una donna senza emozioni «mi guardava dritto negli occhi e rispondeva a ogni domanda. Non ha mai sussultato. Non ha mai detto niente. Ha negato tutto». Una calma che le ha permesso di fuggire fino a Los Angeles, dove è stata però trovata cinque giorni dopo. È stato un uomo a riconoscere la Puente mentre consumava in un bar grazie al servizo visto in tv.
Ci sono voluti anni per mettere insieme le prove e ricostruire i fatti ma alcune morti precedenti al ritrovamento dei corpi in giardino erano troppo simili per non destare sospetto. Una donna convinta da Puente a trasferirsi da lei dopo la morte del marito e trovata cadavere per quello che era passato allora come suicidio. Un pensionato scomparso improvvisamente dopo essersi trasferito da lei. E infine un uomo che faceva dei lavori in casa, trovato morto in un fiume. Tutte vittime della donna morta in carcere per cause naturali all’età di 82 anni, il 27 marzo 2011 (foto Twitter).
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